Agosto è ormai alle spalle e con l’inizio del mese di settembre a Catania torna il problema legato alla carenza di pulizie di tombini e caditoie. Una mancanza di interventi radicali che non può passare in secondo piano visto che, con l’arrivo delle piogge torrenziali, il nodo legato agli eventuali allagamenti di interi quartieri va preso in seria considerazione.
In qualità di consigliere comunale ed ex presidente della commissione alla viabilità, Carmelo Sofia, chiede al sindaco Bianco e all’assessore ai Lavori Pubblici di attivarsi ora affinchè l’intero capoluogo etneo sia dotato di un sistema di deflusso per le acque piovane in perfetta efficienza prima che sia troppo tardi.
Nel corso dei sopralluoghi effettuati in varie parti della città ho potuto riscontrare che decine e decine di caditoie sono otturate dai detriti oppure sono state ricoperte da colate di catrame nel corso dei moltissimi cantieri che interessano la città. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono decine e decine di strade: via Passo Gravina, la circonvallazione, viale Vittorio Veneto, Via Etnea, piazza Dante, Largo Paisiello, via Santa Sofia, via Concordia, via Plebiscito, via Vincenzo Giuffrida e molte altre arterie ancora.
In alcune zone i lavori di pulizia non vengono effettuati da così tanto tempo che, dalle caditoie, spuntano le piante. “Fioriere” di ghisa e acciaio che non possono assicurare un normale deflusso delle acque piovane in caso di temporali. Nel corso delle piogge torrenziali che hanno colpito Catania negli anni precedenti molto vie si sono ripetutamente trasformate in fiumi in piena che paralizzano il traffico impedendo ai pedoni perfino di attraversare la strada.
“Non solo, molti commercianti sono stati costretti, con il maltempo, ad abbassare le saracinesche fino a quando la situazione non si è in seguito normalizzata. Per queste ragioni chiedo che, nell’immediato, gli operai comunali debbano concentrarsi sui quartieri a Nord di Catania, dove confluiscono le condutture dei paesi dell’hinterland etneo, e poi a Nesima e Monte Po che in passato sono finiti letteralmente sott’acqua”.