Continua la battaglia a suon di comunicati fra Alfonso Lo Cascio e Simona Modea, in merito alla presidenza dell’associazione SiciliAntica. Qualche giorno fa avevamo pubblicato la notizia che Lo Cascio era stato condannato al pagamento delle spese processuali e che, soprattutto, la presidenza dell’associazione rimaneva alla Modeo.
Il giorno successivo abbiamo ricevuto e pubblicato un comunicato stampa da Alfonso Lo Cascio che, con dure parole, accusava la Modeo di dire delle bugie in quanto il procedimento giudiziario era ancora in corso e non concluso, come aveva annunciato la presidentessa di SiciliAntica. Oggi arriva puntuale la replica puntigliosa e corredata da documenti di Simona Modeo.
Il tribunale di Palermo, sezione specializzata in materia di imprese, riunitosi in camera di consiglio in merito al reclamo di Alfonso Lo Cascio che impugnava l’ordinanza del 23 luglio con la quale era stato accolto il ricorso proposto dall’associazione SiciliAntica rappresentata da Simona Modeo. Il reclamante contestava l’ordinanza impugnata – si legge nel documento – ritenendo non sufficientemente esaminato e motivato il profilo della legittimazione attiva della ricorrente Modeo, avendone eccepito la carenza in sede cautelare e poneva in dubbio la circostanza che la stessa potesse spendere la propria qualità di socia, prima ancora che di presidente, dell’associazione predetta. Contestava, poi la sussistenza del presupposto del periculum in mora per l’accoglimento delle richieste cautelari della Modeo”. Un reclamo, questo di Lo Cascio, che è stato però rigettato. Inoltre, Lo Cascio è stato condannato a pagare le spese di lite in favore di SiciliAntica e, inoltre, i giudici hanno dichiarato la “sussistenza dei presupposti per il pagamento, da parte del reclamante, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per l’impugnazione”. Una decisione del 24 agosto scorso.
“Il signor Lo Cascio – attacca Simona Modeo – cerca di nascondere, more solito, una verità che si fonda soltanto sui fatti. Pertanto si allega l’ordinanza del 30 agosto scorso affinché chiunque possa venire a conoscenza delle reali motivazioni sottese alla decisione del collegio dei giudici del tribunale di Palermo.
Si chiarisce, inoltre, che, in merito alle spese, Lo Cascio, che mi accusa ingiustamente di diffamazione, non solo è stato condannato al pagamento delle spese legali, ma anche del contributo unificato, previsto nel caso di impugnazione respinta integralmente. Infine, il signor Lo Cascio ignora, probabilmente perché il suo legale non glielo avrà spiegato chiaramente, che con il rigetto del reclamo il provvedimento cautelare diventa definitivo e mantiene la sua efficacia anche nel caso in cui non si dovesse avviare il giudizio di merito.
Ciò significa – conclude Modeo – che il provvedimento emesso dal tribunale di Palermo produrrà comunque i suoi effetti, indipendentemente dal giudizio di merito.”