Nell’ambito di “Notti di Sicilia” mercoledì prossimo, 30 agosto, alle 21.30, si terrà la visita guidata al museo della casa contadina di Bolognetta, nel palermitano.
L’appuntamento è a Bolognetta al museo in via Armando Diaz, 45. L’iniziativa è organizzata da BCSicilia. Il comune ha allestito nel centro storico del paese il museo della casa contadina. L’esposizione permanente è stata allestita in una tipica casa rurale dello scorso secolo, la cosiddetta casa terrana, che ospita una ricca collezione di oggetti della tradizione agricola locale.
In un unico grande ambiente sono raccolti arredi, suppellettili, tipici oggetti relativi alla cultura materica agricola utilizzati fino a qualche decennio fa nell’ambito dei cicli del grano e dell’olio, colture portanti dell’economia della Bolognetta di una volta.
L’edificio presenta nel prospetto principale un’importante grondaia in coppi dai profili obliqui, caratteristica tipica delle locali case contadine di un tempo. L’ingresso è composto da un portone e una porta più bassa con la funzione di chiudere e allo stesso tempo di lasciare abbondante luce. La casa museo mantiene inalterati tutti gli elementi peculiari dell’abitazione contadina tipica.
Prodotto dell’architettura spontanea, la casa terrana colpisce per l’incredibile razionalità di spazi e mobili. Entrando subito sulla sinstra c’è la “tannura”, composita struttura in mattoni che comprende il grande forno in refrattari per la cucina dei pani e delle pietanze voluminose e il piccolo forno dove si riscaldavano o cuocevano alimenti di scarse dimensioni.
Attigua è la mangiatoria stalla per l’asino e il mulo che avevano anche la funzione di riscaldamento naturale degli ambienti. Lì vicino venivano ricoverati durante la notte anche i piccoli animali da cortile che di giorno erano posti in libertà davanti alla posta o chiusi in una rozza gabbia in legno e fil di ferro.
Nei pressi ci sono i contenitori coi quali le donne si recavano alla fonte ad approvvigionarsi d’acqua: i “quartari e i bummari”, recipienti in terracotta e i “lanceddi” in alluminio e zinco. Il funzionale tavolo rotondo era realizzato in due esatte porzioni di cerchio divisibili e addossabili alle parerti per ovvie ragioni di spazio. Sulla destra nell’unico vano è il “parmentu”, insolita struttura multiuso.
Sul grande contenitore in muratura rettangolare per il grano realizzato sul pavimento si sistemavano i “tavuli”, il tutto diveniva letto matrimoniale ricoperto dai materassi di lana, di crini o di pagliericcio. Sempre sulla parte di destra rispetto all’ingresso è l’elemento onnipresente all’interno delle case terrane, la “sena” una credenza a muro con mensole terminante con un arco, ove venivano riposte suppellettili in ceramica o vetro.
Per la biancheria veniva utilizzato il “cantarano”, che spesso era l’unico mobile della casa terrana. Altro oggetto tipico è l’“arbitriu”, il rudimentale, ma efficace, macchinario per la pasta. La superficie calpestabile della stanza è ampliata dalla presenza dell’importante soppalco, “u sularu”, in tavolato di legno e canne dove dormiva la prole e si conservavano tutti gli attrezzi del lavoro, il fieno e perfino il raccolto.
La casa Museo, ricca di molti altri oggetti e corredata di mostra fotografica sui cicli del grano e della vite, diviene un essenziale strumento di indagine socio-economica sulla realtà agreste dell’Ottocento-Novecento bolognettese e siciliano.