“Non basta il decreto di rimodulazione, la legge nazionale e regionale prevedono ulteriori passaggi autorizzativi per trasferire dei reparti da un ospedale a un altro.”
Lo dichiara Antonio Catalfamo, presidente dell’Associazione Prima il Territorio, che ha richiesto chiarimenti alla dirigenza dell’Asp di Messina per fugare ogni perplessità circa eventuali difformità rispetto all’iter imposto dalla legge.
“E ciò soprattutto considerando che sarebbe estremamente riprovevole dover constatare che la rimodulazione della rete ospedaliera si sta portando avanti di concerto con l’assessorato regionale competente, già di per sé particolarmente invisa alla cittadinanza, stia oltretutto avvenendo senza controllare i requisiti minimi previsti dall’art. 8 terzo comma del D.Gls. n. 502 del 1992 – in particolare sono subordinati ad autorizzazione la realizzazione di nuove strutture sanitarie, l’adattamento-ampliamento-trasformazione di strutture sanitarie già esistenti e la loro diversa utilizzazione, nonché il trasferimento in altra sede di strutture sanitarie già autorizzate – e il successivo artt. 2, 3 e 6 del decreto assessoriale n. 463 del 2003 – i quali attribuiscono all’assessorato regionale alla sanità, la competenza per il rilascio delle autorizzazioni sanitarie prescritte dall’art. 8 ter del d. Lgs. 502/92 per quanto concerne le strutture ospedaliere pubbliche, nonché il potere di verifica dei requisiti autorizzativi – tutte misure che il legislatore ha imposto affinché vi sia la massima tutela dei sacrosanti diritti dei cittadini in tema di assistenza sanitaria.”
Secondo quanto emerso dalla procedura fin qui adottata, simili dettami legislativi sembrerebbero esser rimasti esclusi.
“Si tratta in particolare – ha aggiunto Catalfamo – di misure legislative volte a tutelare il perseguimento di obiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione, assicurare l’adeguamento delle strutture e delle attrezzature al progresso scientifico e tecnologico, assicurare l’applicazione delle disposizioni comunitarie, garantire l’osservanza delle norme nazionali in materia di protezione antisismica, protezione antincendio, protezione acustica, sicurezza elettrica, continuità elettrica, sicurezza antinfortunistica, igiene dei luoghi di lavoro, protezione dalle radiazioni ionizzanti, eliminazione delle barriere architettoniche, smaltimento dei rifiuti, condizioni microclimatiche, impianti di distribuzione dei gas, materiali esplodenti, garantire un adeguato livello di qualità delle prestazioni compatibilmente con le risorse a disposizione.”
Ha dichiarato Antonio Catalfamo, il quale darà ulteriore chiarimento a chi volesse approfondire l’argomento, tramite una diretta Facebook programmata sulla sua pagina per giovedì 20 luglio alle ore 16.
“Dal momento che, stando a quanto asserito dalla stessa CISL Funzione Pubblica di Messina, sembrerebbe che precedenti trasferimenti (ad esempio pediatria da Barcellona a Milazzo) siano stati posti in essere in assenza di tale autorizzazione, che è atto diverso e distinto dal decreto di rimodulazione, e che prevederebbe un’attività ispettiva prodromica da parte di funzionari regionali i quali, in caso di esito positivo dell’indagine, dovrebbero successivamente investire il Dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’emanazione di apposito decreto da pubblicare in Gazzetta Ufficiale. Il solo dubbio avanzato dalla CISL che non siano stati rispettati i requisiti previsti dalla stessa legge regionale, ci ha motivato nel richiedere all’Asp ulteriori verifiche. Non possiamo infatti permettere che si proceda a tentativi quando si parla del diritto alla salute dei cittadini.”