La commissione patrimonio ha effettuato un sopralluogo all’ex raffineria di viale Africa a Catania. Lo comnunica Salvatore Tomarchio, presidente della commissione.
“Dall’esterno l’ex raffineria di zolfo sul viale Africa potrebbe sembrare un cantiere abbandonato. Un edificio fantasma, di fronte l’ex Palazzo delle Poste ed a pochi passi dai nuovi uffici della polizia. Invece basta superare l’ingresso per rendersi conto che, all’interno dell’immobile del vecchio complesso delle ciminiere, c’è un altro hotel per disperati che accoglie tanti senza tetto, molti provenienti dal nord Africa- afferma il presidente della commissione Salvatore Tomarchio durante la seduta itinerante-.
Dalla strada pedoni ed automobilisti riescono a notare solo un cancello arrugginito, lamiere contorte e montagne di spazzatura. Sulla facciata dell’edificio restano ancora gli ancoraggi, i montanti e i fermapiedi frutto di ciò che resta di quell’impalcatura traballante lasciata per tutti questi anni al suo destino e consumata ora dagli agenti atmosferici”.
Qui doveva sorgere il museo d’arte di Catania. I lavori per la sua riqualificazione sono cominciati prima nel 2002 e poi nel 2008 senza mai essere ultimati in entrambi i casi. “In questo edificio, costano circa 8 milioni di euro, ad agosto del 2015 scoppiò un enorme incendio che rischiò di colpire gli edifici vicini e, nell’immediato, bloccò la viabilità in gran parte del viale Africa – dichiara Ersilia Saverino, vice presidente della commissione al Patrimonio- dopo tanti sforzi e interventi specifici poteva essere restituito alla città ma la mancanza di vigilanza ha portato poi a tutto questo. Nei mesi scorsi qui c’era un presidio delle forze dell’ordine fisso ad evitare che l’area potesse diventare un enorme bivacco.
Oggi la divisa non c’è più e il cancello d’ingresso è stato sfondato. Qualcosa vorrà pur dire?”. Il cartello all’entrata avvisa i passanti che i lavori, da quasi 2 milioni di euro, cominciati nel 2008 per la consegna parziale della struttura dovevano essere ultimati entro 540 giorni. “Siamo nel 2017 e degli operai non c’è traccia- sottolinea il componente della commissione al Patrimonio Francesco Saglimbene- questo è il simbolo di una parte del viale Africa considerata terra di nessuno.
Una zona dove, tra controlli e presidi, i disperati ritornano sempre per condurre un’esistenza di ordinaria miseria. Qui tra rifiuti ammucchiati, filo spinato agli ingressi, sterpaglie che inglobano tutto, c’è un’umanità che vive di espedienti; magari rubando il ferro e il rame smontati dai vecchi impianti di questi edifici e rivendendoli poi ai ferrivecchi. Non solo- continua Saglimbene- da qui passano gli autobus turistici che portano i visitatori sul lungomare di Catania. Che opinione possono farsi della città? Che immagine diamo di Catania? Domande, queste, che restano senza risposta e nel frattempo il territorio paga un grosso prezzo in termini di decoro e sicurezza”.
“In tutti questi anni – gli fa eco il consigliere comunale Carmelo Sofia – l’amministrazione ha dimostrato di puntare molto sul riscatto di questa parte di Catania. Il recupero del vicino ex Palazzo delle Poste è l’esempio più evidente di una volontà che vuole voltare pagina e non ripetere gli errori del passato. La riqualificazione dell’ex raffineria del viale Africa ci sarà anche se parliamo di un progetto di non semplice realizzazione e che prevede varie fasi di programmazione e intervento”.