Si è svolta domenica a Mirabella Imbaccari la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita nel 2000 per ricordare la condizione di milioni di persone costrette a fuggire dai loro Paesi a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
La Cooperativa San Francesco, che gestisce in ATI il progetto con la Cooperativa Il Geranio, ha dato modo alla popolazione locale e ai migranti di incontrarsi e vivere insieme alcuni momenti di festa e convivialità con degustazioni di cibi etnici, animazione per bambini, spettacoli di artisti di strada, stand espositivi e informativi, la mostra fotografica “I volti dell’Africa”, realizzata dall’ONG COPE, e un concerto di musica etnica del gruppo “Afro Family”.
A dare l’avvio all’evento un workshop formativo su Integrazione e Intercultura dal titolo “Mirabella che accoglie” che ha avuto luogo nell’Aula Consiliare.
Dopo i saluti del Sindaco, Giovanni Ferro, che ha sottolineato “Il minimo che possiamo fare è avere rispetto per questa gente che lascia la propria vita, la propria terra e a volte la propria famiglia, e hanno diritto di essere ascoltati; l’amministrazione comunale sarà attenta alle necessità di questa gente, vogliamo essere un comune di accoglienza nelle giuste misure”.
È seguito l’intervento di Emiliano Abramo, Responsabile regionale della Comunità di Sant’Egidio che rifacendosi al titolo della giornata “L’Italia che accoglie” ha spiegato “è vero che l’accoglienza è sentita come un tema europeo ma è anche vero che per tante rinunce o per tanti muri diventa sempre più unicamente un tema italiano, al punto da alterare la percezione del fenomeno; il dato interessante a livello europeo è che nel 2015 sono entrati un milione di richiedenti asilo, e che nel 2016 sono entrati solo 350 mila, il problema è che quando si alzano i muri questa domanda diventa il problema di un unico paese che ha detto si, che è più geograficamente esposto al Mediterraneo, e noi con più forza dobbiamo rispondere alla domanda di chi emigra”.
“Siamo alla seconda esperienza di SPRAR, il primo progetto rientrava nel progetto di Vizzini, poi abbiamo immaginato che potevamo fare accoglienza in maniera autonoma, così cogliendo l’occasione di un bando ministeriale abbiamo ricercato il terzo settore che doveva coprogettare uno SPRAR. Accogliamo 44 persone e siamo contenti perché la nostra progettazione ha cercato di essere in sintonia con la comunità, quindi l’accoglienza di famiglie e nuclei mono genitoriali” ha spiegato la dirigente ai servizi sociali del comune di Mirabella Imbaccari, Cristina Cafà.
“Ogni giorno il nostro impegno è quello di garantire i servizi previsti da bando, ma la cooperativa si impegna in attività e iniziative che impegnano i migranti ospiti e il territorio, lo facciamo attraverso il teatro, il cinema, diversi workshop, coinvolgendo i giovani delle scuole, delle associazioni e la popolazione tutta. Le attività artistiche e sportive, diventano occasione per condividere, per socializzare e creare un connubio tra culture che sta alla base di qualsiasi processo di integrazione” Rossana Russo, presidentessa della Cooperativa San Francesco.
“Noi accogliamo ma lo facciamo per scelta, per mestiere con professionalità e mille idee, ma è in realtà il territorio che accoglie. Ci auspichiamo che l’amministrazione aiuti a sensibilizzare il resto della popolazione a vivere in armonia, per creare popolazioni diverse che si incrociano e si scambiano delle esperienze” Cinzia Maugeri, vice presidentessa della cooperativa “Il Geranio”.
“Le lungaggini burocratiche penalizzano tantissimo la nostra azione progettuale, perché da quando formulano la loro richiesta d’asilo all’erogazione del permesso di soggiorno c’è un arco di tempo ormai non quantificabile. A Mirabella c’è anche il progetto resettlement, che riguarda tutti i richiedenti asilo provenienti dalla Siria, devastata dalla guerra; abbiamo ospitato due famiglie di 12 unità, per i quali è in corso una azione progettuale importante di integrazione che sta dando importanti risultati” ha sottolineato Ulisse Privitelli, coordinatore dell’area immigrazione della cooperativa San Francesco.
“Il fenomeno migratorio ormai caratterizza l’identità di questo territorio che continua a dare prova di un grande senso di umanità. Anche attraverso una buona accoglienza e una qualificata attività di integrazione la città di Mirabella Imbaccari può rigenerare le proprie speranze di futuro” ha sottolineato Paolo Ragusa, presidente del centro studi C..E.S.T.A.
A concludere le testimonianze di alcuni ospiti del centro SPRAR di Mirabella, tra cui una ospite siriana che ha raccontato la sua dipartita dalla terra in cui viveva a causa della guerra, per dare un futuro migliore a lei e ai propri figli, per trovare pace. A concludere le parole del piccolo siriano ospite che si sente ormai parte integrante del territorio mirabellese ma che ha tenuto a sottolineare “siamo venuti per scappare dalla guerra, non per giocare”.