Riceviamo e pubblichiamo
In seguito alla trasmissione alle OO.SS. della bozza della dotazione organica, predisposta alla luce del D.A. n. 629 del 31.3.2017, la scrivente espone le seguenti osservazioni.
Corre, subito, l’obbligo di segnalare come il nosocomio “Papardo”, che è stato Ospedale di Riferimento Regionale per la gestione dell’emergenza di III° livello, è stato depauperato in breve tempo di diverse unità specialistiche e, quindi, di posti letto.
Giova a tal riguardo segnalare che la riduzione dei posti letto risulta del 20%, mentre quella degli altri Ospedali della Regione Sicilia si attesta sull’8%.
Infatti, mentre con il Decreto Assessoriale del 14.1.2015 (“Riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Sicilia“, pubblicato sulla G.U.R.S. n°4 del 23.1.2015), all’Azienda “Papardo” venivano attribuiti 410 posti letto (379 R.O. + 31 D.H.), con l’attuale Rete Ospedaliera l’Azienda ne vede assegnati 339 (322 R.O. + 17 D.H.).
A questi vanno necessariamente sottratti i 15 posti letto di Psichiatria, in quanto struttura dell’ASP di Messina, per cui l’effettivo numero dei posti letto si riduce a 324, con una perdita di 86 posti letto.
Considerando che il numero totale di posti letto assegnati alle strutture pubbliche e private convenzionate che insistono nella provincia di Messina risulta invariato e che tutte le strutture pubbliche hanno subito una riduzione di posti letto, ne discende che vi è stato uno spostamento, ingiustificato, di posti letto verso il settore privato convenzionato (incremento di circa 130 posti letto, passando dai 700 a 830 pl).
L’inspiegabile aumento dei posti letto dell’ospedalità privata messinese contrasta fortemente con il taglio previsto dalla Legge che, invece, ne prevedeva una riduzione in entrambi i settori (pubblico e privato), anche se diversamente ripartita. Fra l’altro sia il pubblico che il privato vengono finanziati con soldi pubblici per cui ci si chiede dove sta il risparmio e quali siano gli interessi che abbiano permesso questa trasmigrazione di risorse dal primo verso il secondo!
Entrando ora nel merito della dotazione organica, appare doveroso ribadire che i parametri tendenziali di riferimento emanati dall’assessorato (da moltiplicare per i posti letto) che stabiliscono l’effettivo fabbisogno di personale risultano, soprattutto per l’area chirurgica, assolutamente inappropriati in quanto il numero dei professionisti assegnati alle Unità Operative non consente di garantire l’erogazione dei LEA (anche in virtù del godimento da parte del personale delle ferie, della malattia, della legge 104, ecc), nonché il rispetto della legge 161/2014.
Tutto ciò risulta essere anacronistico rispetto alle pubbliche affermazioni dell’Assessore alla Sanità riguardo la salvezza di tutti i nosocomi, nonché il “riempimento” (di personale) degli stessi: difatti, al Papardo ci saranno inevitabili esuberi, facilmente desumibili da una mera moltiplicazione aritmetica!
La mancata individuazione del personale operante nella centrale operativa 118 e nell’eliambulanza, emerge immediatamente e non ne comprendiamo le motivazioni.
Inoltre, non vengono specificate nella bozza di dotazione organica la valenza di alcune U.O. (complesse, semplici dipartimentali o semplici) come la Direzione Medica Sanitaria, il Sistema Informativo e Statistico, la TIPO, la Centrale 118.
Appare di difficile comprensione la creazione, nel Dipartimento delle Emergenze, di una Struttura Semplice Dipartimentale di Anestesiologia!
Ancora una volta viene enfatizzata la fantomatica e fantasmagorica istituzione del “Dipartimento Funzionale delle Attività Strategiche Aziendali“, struttura alquanto camaleontica, vista l’innata dote di modificarsi di volta in volta nelle innumerevoli stesure degli Atti Aziendali che si sono via via susseguiti.
Tutto ciò, in linea di coerenza, è stato sempre contestato dalla scrivente, che non ne comprende la valenza strategica e funzionale del suddetto Dipartimento che risulta invece sempre riproposto, malgrado i vari dinieghi e pareri contrari ricevuti da parte di tutti gli organi regionali preposti in merito.
Infatti, nonostante a pagina 38 dell’Atto Aziendale del 27.4.2017 in merito al suddetto Dipartimento si legge che è stato approvato “… dalla Giunta Regionale con D.A. 1385 del 01/08/2016 …”, è doveroso segnalare che tale Dipartimento è stato più volte cassato dall’Assessorato (in ultimo con nota prot. N A.I.3-S.4/39307 del 3 maggio 2016 del Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica che così si pronunciava: “…in merito al Dipartimento delle Funzioni Strategiche Aziendali, che in sede di riscontro e rilievi ha assunto la nuova denominazione di Dipartimento delle Attività Strategiche Aziendali e del Governo Clinico …, si ritiene che la previsione di detto dipartimento non sia coerente con le linee di indirizzo di cui al DA n. 1360 del 3 agosto 2015“).
La camaleontica prerogativa di questo Dipartimento di adattarsi alle varie osservazioni regionali, nel disperato tentativo di sopravvivere, è di tutta evidenza; basti pensare che sono state dedicate ben 12 delle 80 pagine dell’Atto Aziendale, nelle quali vengono riportate argomentazioni tendenti a farlo apparire come di vitale importanza per l’intera sussistenza dell’Azienda e ponendolo in linea con il management sanitario ed amministrativo (“La Direzione Aziendale … deve avvalersi di un Dipartimento con strutture operative e con strumenti idonei al corretto svolgimento di tali funzioni. A tal fine il Dipartimento deve rappresentare il punto di riferimento complessivo per l’intera Direzione Strategica Aziendale …”).
Non trova miglior aggettivo il funambolesco Dipartimento che contagia anche le stesse strutture che lo compongono con sparizioni di unità precedentemente definite indispensabili.
Tutto ciò viene perpetrato in barba a quanto stabilito dall’ Assessore Guicciardi (nota prot. n. 41739 del 10 maggio 2016) che, in coerenza con il parere espresso dal Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica (con la nota prot. N A.I.3-S.4/39307 del 3 maggio 2016, sopra citata), “…richiede che l’Organo di Governo esprima sull’Atto Aziendale dell’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina parere positivo con le prescrizioni indicate nella succitata nota dipartimentale del 3 maggio 2016….”, ossia la cassazione del Dipartimento Funzionale delle Attività Stategiche.
L’Organo di Governo recepisce quanto sopra integralmente e delibera in conformità al volere Assessoriale con nota prot. n. 193 del 17 maggio 2016, che di fatto sancisce la definitiva approvazione dell’Atto Aziendale dell’A.O. Papardo.
Ma è a questo punto che bisogna ammettere, nostro malgrado, di esserci smarriti; da un evidente diniego assessoriale, dopo un continuo scambio epistolare tra il Management del Papardo, il Dasoe, l’Assessore ed i vari Dipartimenti Regionali competenti, si ha il “colpo di scena”: l’Assessore con nota prot. n. 61509 del 20 luglio 2016 chiede – alla luce di una proposta di modifica dell’Atto Aziendale presentato dal management – alla Giunta Regionale di esprimere parere positivo alla modifica de quo (in evidente disaccordo con se stesso e con quanto precedentemente acclarato!) istituendo il Dipartimento Onco-Ematologico e, seppur in via sperimentale, il camaleontico Dipartimento oggetto del contendere.
Alla scrivente appare difficile comprende le motivazioni che hanno indotto l’Assessore al cambio di rotta (chiaramente non ci si riferisce al Dipartimento Oncoematologico, di fondamentale importanza per la Mission aziendale), stante che tutte le autorevoli istituzioni interpellate a suffragio, non hanno dato un chiaro ed inequivocabile parere favorevole, anzi ne hanno evidenziato la “non allineazione” con le direttive assessoriali, arrivando addirittura a ribadire con forza (e in neretto!) “che il Dipartimento Funzionale…. non ha ragione di essere e che va cassato, tanto più che l’UO Innovazione e Ricerca, anche a voler escludere il ricorso ad un incarico di tipo professionale, potrebbe trovare in Staff la sua più naturale collocazione quale SS! Alla luce del fatto che l’UOC della Gestione Rischio Clinico deve ricondursi, quale UOS, in staff alla Direzione Generale, così come previsto per tutte le altre aziende e che l’UOC professioni sanitarie infermieristiche e la struttura di educazione alla salute sono da allocare alle dirette dipendenze del direttore sanitario aziendale …” (nota prot. n A.I.3/59369 del 12.7.16 del Dipartimento Regionale per la Pianificazione Strategica. Area interdipartimentale 3 – Affari Giuidici).
Entrando, ora nel merito dell’innovativo Dipartimento, si nota, immediatamente, l’innaturale trovata di allocare strutturalmente l’UOC Professioni Sanitarie al predetto Dipartimento ed, inoltre, le UU.OO.CC. del Governo Clinico e della Gestione del Rischio Clinico ci sembrano un inutile doppione che giustificherebbe solo la sussistenza del blasonato Dipartimento (deve avere almeno 4 UU.OO.CC!) e, l’UOC di Ricerca ed Innovazione non ha, chiaramente, connotati sanitari.
Quanto affermato dalla scrivente trova ampia conferma nella nota degli uffici assessoriali appena sopra riportata.
Appare, inoltre, di difficile interpretazione l’inclusione del Servizio di Preospedalizzazione nel Dipartimento Funzionale delle Attività Strategiche Aziendali, mentre sarebbe più logico allocarlo nel Dipartimento dei Servizi o, ancor meglio, nel Dipartimento delle Emergenze in termini di correttezza gestionale e competenza (è un servizio di natura esclusivamente sanitaria e non strategico/amministrativo) in quanto trattasi di servizio di natura prevalentemente anestesiologica.
Il medico competente DEVE stare alle dirette dipendenze del Direttore Generale così come norma prevede.
Per poter analizzare l’appropriatezza della dotazione organica dell’area sanitaria risulta necessario ricordare quanto riportato nel D.A. n. 1380/2015: “… In linea generale, in presenza di posti letto di degenza, day service, day hospital, day surgery e attività ambulatoriale 8-20, nonché guardia attiva, il livello necessario di personale medico per assicurare tutta l’attività istituzionale del reparto è pari a otto dirigenti. … In particolare, ove il calcolo del “fabbisogno di personale medico” operato secondo i parametri tendenziali per singola disciplina indicati nelle tabelle allegate, non garantisca il raggiungimento del “livello necessario” di personale medico come sopra specificato, la dotazione della singola struttura dovrà essere riportata al numero di unità necessario a raggiungere il valore di riferimento …”.
Alla luce di quanto testé riportato risulta non rispondente a quanto stabilito dal DA il numero di unità mediche destinate all’U.O.C. di Malattie Apparato Respiratorio, la cui previsione aziendale è di appena n.6 medici, contro le 8 unità che risulterebbero dalla pedissequa applicazione del DA n. 1380/2015 (guardia medica attiva h24 e presenza di letti di UTIR).
All’UO di Reumatologia andrebbero assegnati 10 pl così come da Decreto; la destinazione di appena 8pl all’UOC di Ematologia con UTMO significa minare alle basi la reale possibilità di crescita e di produttività e lo stesso discorso vale per la UTIC, con l’aggravante che il Papardo risulta centro di riferimento per la rete IMA, possiede l’elipista ed ospita l’unica Cardiochirurgia dell’intero hinterland provinciale.
Per quanto riguarda la Chirurgia Generale, rappresentiamo la difficoltà a garantire produttività visto l’esiguo numero di pl e medici, dovendo garantire la guardia attiva e la doppia pronta disponibilità, nonché l’attività ambulatoriale, di DH e di DS.
Inutile dire che i coefficienti utilizzati per il personale sanitario del comparto e del personale amministrativo sono assolutamente insufficienti per garantire LEA, qualità e sicurezza ma soprattutto rispetto della normativa sul giusto orario di lavoro. L’esiguità delle figure di supporto porterà ad inevitabili ripercussioni sull’assistenza alberghiera e produrrà un demansionamento strutturale dal quale scaturiranno sicuri percorsi di contenzioso legale. La normale turnazione e di conseguenza la continuità assistenziale, sarà fortemente compromessa, con facili ed immaginabili scenari dai risvolti legali. Il rischio clinico aumenterà esponenzialmente, al netto delle strutture gerarchiche di cui sopra, dovuto sia all’esiguità dei numeri che all’età media avanzata del personale operante (frutto di anni di blocco del turnover).
Nel concludere la nostra tanto critica quanto accorata disamina, vorremmo esplicitare, per evitare di essere tacciati quali conservatori non aperti alle innovazioni, che non siamo, in linea di principio, contrari a queste nuove ed innovative teorie organizzative; tuttavia, stante la nostra radicazione nel tessuto lavorativo aziendale, che conosciamo profondamente, senza timore di smentita, sosteniamo semplicemente che non si può organizzare un esercito che preveda moltissimi generali e colonnelli e pochissima truppa! Non ha alcun senso parlare di Governo Clinico e gestione del Rischio Clinico, laddove non si forniscono le risorse umane necessarie a garantire prestazioni di qualità in sicurezza: in altre parole il rischio clinico, insito nelle attività sanitarie, non si riduce certamente con la sola istituzione di un potere, oneroso per giunta, (o la mera pubblicazione di “procedure” spesso inapplicabili nei fatti, proprio per carenze organizzative!), ma passa attraverso la creazione di tutti i presupposti necessari per ridurre gli eventi avversi, in primis la GIUSTA dotazione organica. Fra l’altro vorremmo rispettosamente far notare come a distanza di 3 anni, con tutta la buona volontà che possiamo metterci, non riusciamo a percepire un reale miglioramento della qualità assistenziale (risultato principe di una corretta Clinical Governance), per cui probabilmente sarebbe necessaria una radicale rivisitazione di tutta l’impalcatura ad oggi creata, facendo un doveroso Audit sullo stato dell’arte.
È ineludibile il momento di grave crisi che sta attraversando la nostra azienda, con carenze di organico paurose (ostetriche, OSS, AUS, medici specialisti, infermieri, amministrativi, etc.) e non possiamo, ne vogliamo, accettare supinamente che ci venga propinata, quale panacea di tutti i problemi, la creazione di un innovativo dipartimento, talmente unico nel panorama sanitario nazionale da doverlo immaginare sperimentale! Peccato che le moderne tendenze (riconosciute da tutte le società scientifiche) nella gestione sanitaria parlano di Medicina Basata sulle Evidenze (non sulle sperimentazioni!).
Pertanto, si chiede di valutare attentamente e con dovizia di particolari, quanto rappresentato, ponendo nei limiti delle vostre possibilità i giusti correttivi che garantiscano il rispetto sia dei decreti (se esistono vanno applicati!) che delle leggi, ma soprattutto la sussistenza e la tenuta dell’intero sistema.