“Fratelli di sangue”. È questo il nome dell’operazione condotta dagli agenti della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta a Villarosa nell’ennese e che ha portato all’arresto di quattro persone.
Si tratta di Damiano, Amedeo, Maurizio Giuseppe e Michele Nicosia, rispettivamente 59, 50, 53 e 52 anni, tutti residenti a Villarosa.
I fratelli Nicosia sono accusati di associazione di stampo mafioso con aggravanti specifiche, finalizzata a commettere omicidi, usura, traffico di droga, detenzione e porto d’armi, nonché volta ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche.
Con riguardo a Maurizio Giuseppe e Michele Nicosia, i gravi indizi riguardano l’omicidio di Giuseppe Bruno, proprietario di una rivendita di tabacchi a Villarosa, scomparso il 27 maggio del 2004. Sono accusati anche della distruzione del suo cadavere. Delitti aggravati dalla modalità mafiosa.
All’epoca dei fatti, l’auto del commerciante venne trovata parcheggiata in prossimità dello svincolo Mulinello dell’autostrada A 19 Palermo-Catania. Il procedimento, per mancanza di elementi sufficienti per l’esercizio dell’azione penale, venne archiviato. Indagini ora riaperte dopo la dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, diretto testimone della vicenda, ponendosi su un piano di perfetta compatibilità con gli elementi investigativi acquisiti a suo tempo.
Il corpo del tabaccaio era stato sezionato con una motosega e sarebbe stato dato in pasto ai maiali e in parte bruciato all’interno di un fusto metallico. L’evento si inserisce in un contesto in cui i componenti del clan Nicosia, già in passato segnalatisi quali protagonisti di vicende delittuose correlate al traffico di droga, oltreché per aver agevolato la latitanza del noto boss gelese Daniele Emmanuello, risultano aver ormai dimostrato la loro statura criminale prevalendo sugli uomini della tradizionale famiglia di cosa nostra ed assicurandosi, con la forza intimidatrice tipica dell’associazione mafiosa, il completo controllo delle attività, lecite ed illecite, sul territorio di Villarosa.
Maria Chiara Ferraù