Convocare un vertice urgente sulla questione Gela e il protocollo sottoscritto con Eni. È questa la richiesta del governatore siciliano Rosario Crocetta al presidente della repubblica, Sergio Mattarella.
Crocetta ha scritto ai ministeri competenti una lettera in cui spiega la situazione che sta vivendo la città sia dal punto di vista occupazionale che ambientale.
“Ci saremmo aspettati – scrive Crocetta – che il progetto di smantellamento degli impianti esistenti di una raffineria basata sul petrolio avvenisse in modo più graduale, nel senso che, a mano a mano che si avviavano i nuovi impianti si chiudevano quelli obsoleti”.
Secondo crocetta bisogna prevedere “un piano dettagliato di interventi da avviare immediatamente per liberare la città da scheletri industriali inutili e offensivi del paesaggio e avviare quel risanamento delle aree che possa consentire nuovi insediamenti produttivi”.
Il presidente ha sottolineato come sin dalla primavera del 2015 l’Eni ha avviato un progetto rapidissimo di smantellamento che ha causato problemi che hanno avuto incidenza disastrosa sull’economia della città con riferimento non soltanto all’occupazione che ha trovato alcune blande risposte con trasferimenti di personale, sia diretto che dell’indotto, la messa in mobilità dei laboratori, ma soprattutto all’indotto terziario della città che si è visto privare di una serie di commesse importanti in tutti i settori, da quello commerciale a quello alberghiero e manifatturiero, con conseguente riduzione della popolazione di circa l’8% con una disperazione sociale sempre più diffusa.
“Gela non può morire” grida Crocetta. “la Regione siciliana condivide fortemente il progetto di riconversione verde della raffineria, poiché ritiene che il danno ambientale che ha vissuto la città di Gela debba essere affrontato e riparato in modo radicale, salvaguardando prima di tutto la salute dei cittadini e il quadro occupazionale precedente alle dismissioni”
Maria Chiara Ferraù