Porto Empedocle (Ag): la sindaca scrive a Ficarra e Picone: “mi sono rivista nel vostro film”

Un film di una comicità malinconica, come solo due comici di classe e di spessore riescono a creare. Stiamo parlando di “l’ora legale”, l’ultimo film del duo comico siciliano Ficarra e Picone. Il film è ambientato in Sicilia, in un piccolo paese dove per decenni ha imperato lo stesso sindaco. E dove impera il lassismo e ogni genere di furberie: dai parcheggi in zone vietate, alla vendita di prodotti senza licenza. É tempo di elezioni.

Ficarra e Picone, entrambi cognati del candidato a sindaco che sfida l’uscente. Nel paese si respira aria di cambiamento e per la prima volta lo scranno da primo cittadino viene occupato da un giovane e volenteroso insegnante con la voglia di cambiare lo stato delle cose, portando la legalità dove non c’era più.

I punti del programma elettorale vengono rispettati e poi succede che i cittadini che lo avevano votato non si ritrovano più nella loro scelta e preferiscono il sindaco precedente che viene così rieletto. Una  storia vera e amara che ci riporta alla luce anche i recenti eventi di cronaca a Palma di Montechiaro e Licata dove i primi cittadini hanno rassegnato le dimissioni per via delle lotte all’abusivismo edilizio che hanno condotto.

Una situazione simile a quella dipinte nel film di Ficarra e Picone ora la sta vivendo anche la sindaca di Porto Empedocle, centro in provincia di Agrigento. Ida Carmina, in un post sulla pagina fb dei comici palermitani, li invita ad andare nella cittadina marinare per un incontro. “Sono il sindaco di Porto Empedocle – scrive – uno degli otto comuni conquistati dal M5S alle ultime elezioni. Vedendo il trailer avevo avuto questa impressione, confermatami da tutti quelli che sono stati a vedere il film (compresi gli assessori della mia giunta). Sto vivendo con una somiglianza impressionante in quasi tutti i suoi aspetti, quanto riportato nel vostro film”.

Un film comico che lascia un amaro in bocca finale. Il messaggio finale è quello più terribile. Vengono inquadrate tre persone: un maresciallo dei carabinieri, un faccendiere romano dipendente del ministero e un mafioso del paese. Come a dire: “abbiamo vinto noi, l’illegalità continuerà a dilagare perché, come detto in una battuta del film, “voi siciliani con questa crisi non potete permettervi l’onestà”. Una illegalità, quella siciliana, che appare ed è realmente voluta dai sistemi forti, dalla classe politica e dirigente, insieme alla mafia locale. Intanto continuano ad esserci giovani siciliani che vogliono andare avanti e seguire la strada della legalità. Prima o poi la battaglia verrà vinta.

Maria Chiara Ferraù

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