Il boss Maurizio Galletta, 41 anni, esponente di spicco del clan Santapaola-Ercolano, si trovava agli arresti domiciliari dal luglio del 2008 perché le sue condizioni fisiche non erano ritenute conciliabili con il regime carcerario. Eppure a casa saliva su ponteggi e puliva il cortile.
Per questo il boss è stato arrestato. Era stato condannato per un omicidio e un duplice omicidio. Dal 2008 si trovava ai domiciliari a Catania dopo che il tribunale di sorveglianza di Bologna ha ritenuto le sue condizioni fisiche non conciliabili con il regime carcerario.
Per la procura di Catania non era così. Agenti della Direzione investigativa antimafia etnea lo hanno ammanettato e portato in carcere perché, secondo le indagini, Galletta avrebbe accentuato le proprie patologie con l’appoggio di medici compiacenti.
Secondo l’accusa il boss avrebbe avuto la possibilità, seppure in regime di detenzione domiciliare, di gestire affari illeciti. “Grazie alla patologia simulata – sostiene la procura etnea diretta da Carmelo Zuccaro – riceve un trattamento previdenziale da parte dell’Inps, con una pensione civile e una indennità di accompagnamento”.
Nel corso delle intercettazioni la Dia ha ascoltato un cardiologo che diceva: “passeranno i guai quelli che hanno scritto che questo è paralizzato”. Ma anche, aggiunge il medico, “il professore che ha scritto che ha una grave insufficienza respiratoria perché lui effettivamente ha una grave insufficienza respiratoria, ma così grave”.
Le telecamere della Dia hanno ripreso Galletta mentre puliva delle palette davanti casa sua. E lo ascoltano mentre sembra armeggiare con degli attrezzi a casa e chiede di sapere dove sia il ponte.