Maggioranza bulgara per lo sciopero generale dei lavoratori comunali di Tortorici, convocato dalle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil per la giornata di oggi. Solo sei lavoratori non hanno aderito allo sciopero, mentre altri sei sono stati individuati dall’amministrazione per garantire i servizi minimi ai cittadini, nonostante avessero dato la loro adesione a partecipare alla manifestazione.
In autobus, con striscioni e bandiere, i dipendenti oricensi che da ben otto mesi non percepiscono lo stipendio, sono partiti alla volta di Palermo. Nel capoluogo siciliano hanno protestato di fronte alla Regione. Chiedono a gran voce di essere ascoltati e tutelati da istituzioni ed Enti che in questi ultimi anni non hanno mai risposto al loro accorato grido e alle loro richieste d’aiuto.
“Tortorici umiliata e incazzata – istituzioni “distratte” complici del dissesto” si legge in uno degli striscioni che è stato fatto vedere a Palermo nel corso della protesta. I dipendenti sono davvero esasperati e si trovano in situazioni disperate. Devono mantenere le proprie famiglie e in alcuni casi marito e moglie lavorano entrambi al comune e arrivare a fine mese, rispettando il pagamento delle bollette è davvero diventato impossibile.
Una delegazione di dipendenti oricensi è stata ricevuta dal capo di gabinetto dell’assessore regionale, Lantieri. Questi non sapeva nulla della vertenza Tortorici, non ne aveva ricevuto notizia. Eppure da tempo sindacati e lavoratori chiedono risposte certe. “Dopo anni di richieste, solleciti, denunce…nulla!Tortorici pretende risposte” si legge in un altro cartellone”. Risposte che potrebbero arrivare giovedì prossimo nel corso di un incontro all’assessorato regionale, come da accordi presi con il dottor Lantieri.
I dipendenti comunali del centro nebroideo si sentono beffati perché ormai da due anni garantiscono i servizi essenziali, senza percepire lo stipendio. E adesso aspettano ansiosi l’incontro di giovedì. Se non si arrivasse però ad una conclusione, i lavoratori pensano già ad una marcia su Roma.
Maria Chiara Ferraù