Malgrado il ritiro di Coccaglio imposto dal Presidente prima e la sconfitta rimediata a Bologna dopo, i Rosanero ritornano al Barbera riuscendo a centrare il primato di sconfitte (sette) consecutive in serie A: un Palermo da record poco gradito però. Così difatti per la società di Maurizio Zamparini si profila il probabile ennesimo esonero.
Roberto De Zerbi di certo non ha impressionato, ma non solo per colpe sue. Chiamato in corsa si è dovuto scontrare con una realtà difficile da immaginare, lui, per nulla arreso sul suo futuro, è ancora l’allenatore del Palermo, ma forse ancora per poco. Problemi tecnici e tattici hanno accompagnato la squadra già in fase di costruzione estiva ed errori e responsabilità sono ascrivibili solo in parte al timoniere, difficoltà che ad oggi non sono state risolte ed in campo fanno sbandare la squadra in maniera sempre più pericolosa.
“Non dobbiamo cambiare, dobbiamo capovolgerci”. Questa la frase rilasciata dall’allenatore alla fine della partita contro il Bologna, tutta da decifrare per la condizione e la solidità della guida tecnica che oggi alla luce dell’ultimo posto e dei 27 gol subiti non lascia presagire nulla di buono. Numeri impietosi che lasciano appeso ad un filo il tecnico bresciano reo di non avere convertito in oro il piombo e che paga altresì l’ostinata ossessione per un calcio super offensivo che non ha mai portato frutti a guardare le ultime prestazioni senza voglia e senza agonismo del Palermo che riesce a regalare intere ore di partita all’avversario di turno.
Soluzione estrema abusata dal Presidente o scelta obbligata più o meno condivisibile: l’importante adesso è rialzarsi e salvare la stagione anche con un passaggio di testimone per quanto riguarda la guida della squadra da un punto di vista strettamente tecnico perché ad oggi non c’è nessun club già retrocesso: Palermo compreso.
Maurizio Armanno Cristofalo