Ultima settimana per la mostra sull’alto antiquariato sicilino ospitata da oltre due mesi dal museo civico di Noto. L’esposizione Alto antiquariato di Sicilia di Claudio fayer – sere al museo, a cura di Vincenzo Medica per studio Barnum, con il coordinamento di Rosario Miano e Federico Fayer.
L’evento, realizzato grazie al patrocinio dell’amministrazione comunale e con la partecipazione della soprintendenza archeologica di Siracusa, ha catalizzato nella seconda parte dell’estate di Noto e in questo primo scorcio d’autunno, la proposta artistico-culturale della città.
L’altissima qualità degli oggetti in esposizione, pezzi unici provenienti da tutta la Sicilia che raccontano le storie delle case dei nostri antenati, ha davvero caratterizzato tutta la mostra. Manufatti di straordinaria fattura, intarsi e dorature, testimonianze di creatività ed abilità nel trattare e trasformare la materia prima non per un mero oggetto d’arredo, se pur utile ed importante, ma come vere e proprie opere d’arte.
Un esempio: la splendida coppia di candelabri del settecento, in bronzo dorato al mercurio con tronco in opalina, arrivati solo qualche giorno fa direttamente da una famiglia di principi siciliani. La mostra oggi, ad inizio del nuovo mese, volge al termine.
“Sono orgoglioso di aver potuto realizzare in questo spazio prestigioso, già dedito all’arte antica, una mostra di opere esclusive d’arredamento storico, selezionate da Claudio Fayer – ha commentato Vincenzo Medica, ideatore e curatore della mostra (nella foto con Fayer)-. Da parecchio tempo era in progetto una nostra collaborazione finalizzata a questa esposizione, che sta riscuotendo parecchia attenzione e curiosità, per la grande precisione e ricchezza di dettagli, per la diversità di stili ed essenze proposte, per le patine, per le lavorazioni, per le tecniche di restauro, le epoche di realizzazione, la provenienza dei mobili. Inoltre la soddisfazione di aver riaperto al pubblico, grazie all’assessorato alla cultura del Comune di Noto, questo luogo museale chiuso da tre anni”.
Dopo la proroga concessa a fine settembre per l’importante afflusso di visitatori e dunque i consensi raccolti, chiuderà i battenti il prossimo 6 novembre, siamo certi ripagando in pieno gli ulteriori forzi profusi dall’organizzazione, in primo luogo di Claudio Fayer, cuore, anima e cervello, e di Vincenzo Medica, mente e braccia instancabili per quasi tre mesi.
L’alto antiquariato esclusivamente siciliano messo in mostra ha proposto pezzi dal 1600, nello specifico due colonne provenienti da un collezionista di Messina, sino a tempi relativamente più recenti con chiffonier, specchi, consolle, letti, quadri, ed anche opere di artisti contemporanei come lo straordinario Dino Cunsolo, che rende lustro a quella che può definirsi la figura più alta di artista-artigiano, che da del “tu” alla materia sino a plasmarla a suo piacimento.
Visitare la mostra di alto antiquariato di Sicilia, sere al museo di Claudio Fayer, è dunque un’esperienza per gli occhi ed un esercizio di memoria storica collettiva dell’essere innanzitutto siciliani, figli di una terra prolifica di artigiani-artisti, di mobilieri-scultori, di maestri ai quali nulla era celato.