In Italia esiste ancora il digital divide, ma assume una connotazione inversa rispetto alle tradizionali classifiche economiche: nella banda larga è infatti il Sud a essere più progredito rispetto al Nord Italia, guidando la rincorsa del Paese alle nazioni europee più veloci sulla linea internet.
Reti a banda ultra larga e fibra ottica a 100 Megabit non sono più soltanto un miraggio, per gli italiani, ma grazie anche ai servizi offerti da Eolo, azienda leader del settore sia in ambito business che domestico, è in progressivo aumento il numero di persone che può godere di una linea veloce per internet a casa o in ufficio.
Adsl veloce per 4 su 10. Lo rilevano gli ultimi dati dell’osservatorio EY, che ha studiato proprio la diffusione in Italia della banda larga, portando alla scoperta di alcuni dati davvero interessanti (e sorprendenti). Innanzitutto, già attualmente ci sono 4 italiani su dieci che navigano sul web ad altissima velocità, mentre gli abbonati alla banda ultra larga sono il 10 per cento della popolazione complessiva, ma si dicono soddisfatti dei servizi a disposizione. Numeri che però sono ancora molto lontani dalle performance del resto d’Europa, dove questa infrastruttura raggiungeva il 70 per cento già lo scorso anno.
Sud batte il Nord. La strada per creare anche nel nostro Paese le condizioni di una economia e di una società evolute sembra ancora lunga, dunque, ma c’è qualche punta di eccellenza; e, per una volta, non parliamo di zone del Nord Italia, al contrario. È infatti il Mezzogiorno la parte dello Stivale che guida il progresso tecnologico, con tassi attuali di copertura del 60-80 per cento di banda ultra larga, anche grazie agli effetti del piano Eurosud e ai fondi pubblici investiti negli anni scorsi per posare la fibra. Molto più contenute le cifre del Settentrione, dove i valori di copertura sono ancora inferiori al 50 per cento, e addirittura inferiori al 20 per cento sono i dati di Nord Est e Centro della nazione.
Potenziale impatto sul Pil. L’Italia è asimmetrica anche quando si parla di internet veloce, dunque, anche se con risultati capovolti rispetto ai tradizionali indicatori. Resta però insoddisfacente anche la copertura dei distretti industriali, in modo quasi paradossale, perché proprio le imprese avrebbero bisogno di connessioni più rapide per reggere la competizione, anche internazionale: eppure, la maggioranza delle aziende, il 57 per cento, possiede una copertura in fibra ottica inferiore alla media nazionale. Secondo alcuni studi, invece, il potenziale offerto dalla linea internet veloce è incredibilmente elevato: basterebbe raddoppiare l’attuale livello di connessione in Italia per generare un incremento del Prodotto interno lordo di 0,3 punti percentuali, e a ogni aumento del 10% del tasso di penetrazione della banda larga si potrebbe associare una crescita aggiuntiva del PIL dell’1%, abbinata alla creazione di ottanta nuovi posti di lavoro.
A casa si naviga veloce. Più positivi i riscontri che arrivano sul fronte degli utenti domestici, dove invece il trend di abbonamento verso la banda ultra larga è in costante salita: a giugno 2016 sono due milioni gli italiani che hanno puntato sulla linea veloce a casa, in aumento di 600 mila unità dalla fine del 2015. Evidentemente, comincia a essere chiaro sempre a più persone il vantaggio offerto dalla fibra ottica rispetto alla banda larga mobile, soprattutto per poter godere della più alta qualità possibile nella riproduzione di video in streaming, una priorità per il 32 per cento degli abbonati in fibra, secondo lo studio di EY, che si avvantaggiano anche della connessione senza limiti.
Insomma, dopo anni di investimento le imprese stanno iniziando a ricevere ricavi: come raccontato dal presidente di Tim Giuseppe Recchi, ad esempio, nel settore sono stati investimenti 36 miliardi di euro negli ultimi cinque anni, mentre i fatturati provenienti dalla banda ultra larga sono aumentati del 46 per cento negli ultimi otto anni.