Agenti della guardia di finanza di Milazzo (Me) impegnati nell’operazione denominata libera uscita, hanno denunciato 59 furbetti del cartellino.
Nelle prime ore del mattino oggi i finanzieri hanno dato esecuzione a 59 misure cautelari personali consistenti nell’obbligo di firma. L’ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Fabio Gugliotta. Le indagini hanno permesso di accertare responsabilità per truffa ai danni dello Stato nei confronti di una parte consistente del personale in servizio al palazzo comunale di via Crispi.
L’operazione “libera uscita” è il risultato di una minuziosa attività d’indagine protrattasi per diversi mesi, realizzata anche con l’ausilio di telecamere collocate agli ingressi dell’edificio dove è ubicato l’ente pubblico. Sono state proprio le telecamere a consentire il monitoraggio continuo della zona dove era collocati gli strumenti per la rilevazione delle presenze del personale che gli ingressi principali.
È stato accertato dalle fiamme gialle come buona parte del personale in servizio al comune, usava assentarsi arbitrariamente dal proprio posto di lavoro. Un numero che è pari al 30% del totale dei dipendenti comunali in servizio al comune di Milazzo.
I dipendenti denunciati, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo fra loro affinché uno di loro timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo ai colleghi di arrivare in ritardo, andare via in anticipo o uscire per sbrigare delle faccende personali.
Le indagini si sono avvalse anche di pedinamenti ed osservazione da parte dei finanzieri che hanno accertato come qualche impiegato trascorreva gran parte dell’orario di lavoro al bar, mentre altri facevano acquisti o passeggiavano per le vie del centro.
Tra i casi più eclatanti vi è quello che ha visto coinvolto un dipendente che andava regolarmente ad allenare la sua squadra di basket durante tutto il turno di lavoro, facendosi timbrare il badge da altri colleghi e attribuendosi illecitamente in alcuni casi pure le ore di straordinario.
In altre occasioni, un funzionario, peraltro già membro dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del comune di Milazzo, invece di andare al lavoro andava ad un centro di terapia per effettuare dei massaggi. Attraverso tali comportamenti i dipendenti assenteisti facevano risultare l’orario di servizio come fosse stato integralmente osservato. Di conseguenza tali dipendenti percepivano indebitamente un profitto ingiusto con danno economico per la pubblica amministrazione.
I dipendenti pubblici sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato. Reato punito con la reclusione da uno a ciqnue anni. Gli stessi, oltre al procedimento disciplinare da parte dell’amministrazione comunale che saranno chiamati a rispondere anche del risarcimento sia del danno erariale patito dell’ente locale a seguito della mancanza in servizio che di quello d’immagine subito dall’amministrazione pubblica, in considerazione dei disservizi arrecati al buon andamento dell’ufficio.
Maria Chiara Ferraù