Una storia che ha dell’incredibile. Un uomo vuole fare prostituire la moglie consenziente e l’amico gli affitta un appartamento. È successo a Catania dove i carabinieri hanno arrestato l’ideatore di tutto.
Gli amici avevano organizzato tutto nei minimi dettagli. L’amico fidato della coppia aveva colto al volo l’occasione di far soldi affittando un monolocale arredato nella zona di piazza Maria Montessori a Catania, fornito di bagno con vasca idromassaggio. Successivamente pubblica un annuncio sul web del tipo: “sesso di gruppo – max 5 uomini – con giovane donna, se interessati contattare il numero xxxxxxx”.g
Così inizia l’attività di meretricio. Ma dopo poco tempo un investigatore dell’Arma in servizio alla compagnia di piazza Dante, acquisisce una notizia confidenziale che gli rivela quanto sta accadendo nel monolocale.
I militari decidono di contattare il numero indicato nel messaggio, di prendere un appuntamento con l’uomo e di presentarsi come clienti interessati al sesso di gruppo. I cinque carabinieri entrano nell’appartamento dove trovano due uomini (il marito e l’amico) e la donna.
Dopo una breve contrattazione uno dei militari estrae dal portafoglio 100 euro e li consegna all’uomo che li ripone nella tasca dei pantaloni. A quel punto i militari si qualificano arrestando l’intermediario, identificando i coniugi e perquisendo l’appartamento dove è stato rinvenuto e sequestrato vario materiale utilizzato dalla donna per svolgere la sua attività di meretricio.
Le manette sono scattate ai polsi di un pregiudicato di 36 anni, reo di favoreggiamento in concorso e sfruttamento della prostituzione mentre il coniuge, 43 anni, incensurato, è stato denunciato per il solo favoreggiamento. L’arrestato è stato relegato agli arresti domiciliari.
Nella palazzina nel corso del servizio, i militari hanno perquisito inoltre un 26enne di Francofonte trovato in possesso di una decina di grammi tra marijuana ed anfetamina. La droga è stata sequestrata, mentre il giovane è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Maria Chiara Ferraù