In merito ad alcuni articoli apparsi sui social network e testate on-line, il sindaco di Milazzo Giovanni Formica ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ancora una volta mi trovo costretto a replicare a certa stampa che sempre più giudico minore per il modo in cui omette di compiere gli accertamenti che pure sarebbero doverosi per chi svolge una professione delicata come quella del giornalista, ma tant’è. Ricostruiamo la vicenda della Madonna prigioniera”. La scorsa settimana il comandante della Polizia Municipale ha comunicato al parroco di Grazia che non avrebbe potuto garantire il servizio di viabilità in occasione della processione. Manca la contrattazione decentrata dal 2010 ed attivare alcuni istituti, come il lavoro domenicale per i vigili, è un problema. Ben lo sa il direttore di quella stampa che era assessore dell’amministrazione che ha omesso di fare la contrattazione. Pazienza, ci penseremo noi, insieme a tutte le altre cose. Per non creare disagi, ho contattato il comandante della Compagnia dei Carabinieri Cap. Ruotolo, il quale, come sempre, si è messo a disposizione della collettività, assicurandomi che avrebbe provveduto a garantire il servizio di viabilità col suo personale. Cosa che ovviamente ha fatto e della quale gli sono grato.
Naturalmente, per chi non ci credesse, sono a disposizione le comunicazioni formali. Fatto questo, ho provveduto a richiedere l’assistenza delle associazioni di volontariato e di protezione civile, che ringrazio per l’impegno, perché dessero supporto ai Carabinieri durante la processione; anche queste comunicazioni sono a disposizione dei diffidenti. Poco prima delle ore 19:00 i militari presenti a Grazia sono dovuti rientrare per il cambio turno e, a seguire, sono arrivati i montanti. Me ne sono sincerato personalmente disturbando nuovamente il Capitano. Nel frattempo si è costruito il caso della Madonna prigioniera e sono iniziate le volgarità sulla mia assenza da parte della stampa minore e incredibilmente persino del parroco.
Alla prima non rispondo, perché mi fa tenerezza il fatto che ancora non riesca a rassegnarsi. Al secondo, invece, rammento le parole di Papa Francesco: il sacerdote è “… un uomo di pace e di riconciliazione, un segno e uno strumento della tenerezza di Dio, attento a diffondere il bene con la stessa passione con cui altri curano i loro interessi e dunque estraneo alla mondanità spirituale che corrompe, come pure a ogni compromesso e meschinità, nonché libero da una autoreferenzialità che imprigiona e isola”.
Rodrigo Foti