E’ stata denominata Totem l’operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Messina in collaborazione con gli agenti della squadra mobile di Messina alle prime ore di oggi fra le province di Catania, Enna, Mantova e Cagliari.
Ventiquattro le persone arrestate per aver gestito beni quali lidi, ristoranti, discoteche e sale scommesse. Le manette sono scattate ai polsi di esponenti del clan Giostra. Per venti di loro sono stati disposti gli arresti in carcere, per 3 gli arresti domiciliari e per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati dalle modalità mafiose.
I provvedimenti hanno raggiunto questa mattina Luigi Ribia, 42 anni; Calogero Smiraglia, 43 anni; Giuseppe Molonia, 27 anni; Paolo Aloisio, 37; Teodoro Lisitano, 46 anni Vincenzo Misa, 31 anni; Antonio Musolino, 38 anni; Massimo Bruno, 37 anni; Roberto Lecca, 38 anni, residente a Cagliari; Luciano De Leo, 37 anni; Paolo Mercurio, 23 anni; Giuseppe Schepis, 39 anni; Santii De Leo, 38 anni; Francesco Gigliarano, 43 anni di Capo Rizzuto; Francesco Forestiere, 41 anni; Carmelo Salvo; 43 anni; Carmelo Rosario Raspante, 56 anni di Regalbuto (En); Antonino Agatino Epaminonda, 49 anni di Catania. Tutti gli altri arrestati sono di Messina.
Arresti domiciliari, invece, sono stati disposti per Maddalena Cuscinà, 39 anni; Antonino D’Arrigo, 36 anni e Pietro Gugliotta, 55 anni di Patti.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per Giovanni Bonanno, messinese di 49 anni.
Attualmente una persona destinataria del provvedimento risulta irreperibile.
Le indagini erano state condotte a partire dal 2012 dai carabinieri e dalla polizia congiuntamente, coordinati dalla DDA di Messina. È stata così comprovata l’esistenza di una ramificata struttura criminale che gestiva attività imprenditoriali intestate a prestanome e anche scommesse illecite.
Con la complicità dell’amministratore giudiziario Giovanni Bonanno attraverso uomini di fiducia il gruppo continuava a gestire due imprese già confiscate nel 2012. Si tratta dello stabilimento balneare Al Pilone e della società di distribuzione di videopoker e raccolta dei proventi del gioco “Eurogiochi”. Il gruppo godeva anche dell’appoggio del professionista Antonio D’Arrigo che gestiva la discoteca IL glam e alcuni stabilimenti balneari, tutti riconducibili alla famiglia mafiosa, anche se intestati ad insospettabili.
Il gruppo, illegalmente, inoltre, operava nel settore delle scommesse online utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali. Le manette sono scattate anche ai polsi di Maddalena Cuscinà, moglie del boss Luigi Tibia e di altri due affiliati al clan, Schepis e De Leo, che reimpiegavano i proventi illeciti derivati dal gioco d’azzardo e dalle scommesse clandestine, in attività di ristorazione e di intrattenimento.
Nell’ambito della stessa operazione, in via preventiva, è stato sequestrato il campo di calcetto “Casa Pia”, la società di ristorazione “Sapori del Mattino”, la TiDe srl che gestisce un lido balneare in località Mortelle, una stalla, un’Audi Q7 e delle attrezzature trovate in 22 sale giochi e scommesse, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.
L’organizzazione criminale era ben radicata nel quartiere Giostra, ma aveva forti cointeressi con altri gruppi criminali operanti a Messina ed era stata promossa da Luigi Tibia, nipote del boss detenuto Luigi Galli. Era Tibia a definire le strategie da seguire per ottenere i proventi illeciti.
Nel 2014 Tibia aveva espresso l’intenzione di acquistare un lido piscina al Giardino delle palme di Mortelle e aveva ottenuto l’appoggio del concorrente esterno Gugliotta, attuale vice presidente della società di calcio ACR Messina dall’agosto 2015 e all’epoca commissario liquidatore della società cooperativa di navigazione Garibaldi, proprietaria di due lidi balneari esistenti al Grand hotel Lido Giardino delle Palme. Tibia era riuscito ad estromettere altri imprenditori, turbando lo svolgimento della gara.
Ad aiutare il sodalizio criminale l’imprenditore Calogero Smiraglia, detto Carlo che metteva a disposizione le proprie attività e risorse economiche per consentire il riciclaggio di denaro sporco. In cambio riceveva protezione da estorsioni e rapine.
Il gruppo sgominato questo mattina, inoltre, è ritenuto responsabile di aver organizzato corse clandestine di cavalli sulle pubbliche vie con relative scommesse illecite, sottoponendo gli equini a sforzi non sopportabili fisicamente.
Maria Chiara Ferraù