Tortorici (Me): calcio, che passione! Successi nel campionato di III categoria

Tanta voglia di giocare, coraggio e un sogno: riportare il calcio a Tortorici. Ad un anno dalla nascita della squadra di calcio nel centro nebroideo, arrivano le prime gratificazioni. Durante il campionato di terza categoria la squadra, allenata da Mauro Favazzo, ha incassato più vittorie che sconfitte raggiungendo  il quinto posto in classifica.

Oggi il giovane presidente Andrea Vitanza, 23 anni, ha ricevuto un premio dalla redazione di Nebrodi sport ad Antenna del Mediterraneo per essere “un presidente rampante e giovane che ha dimostrato con saggezza e intelligenza di poter guidare una società e gestire un progetto che sta già ottenendo grandi risultati”.

L’avventura inizia ad ottobre del 2015 alla fine di un allenamento di Andrea Vitanza del San Basilio, squadra di Galati Mamertino di prima categoria dove giocava. Così è stata costituita la società formata da Cristian Buttafarro, Giovanni Zucco, Giuseppe Foti e Francesco Mirici e da Andrea Vitanza che per abbracciare il progetto ha deciso di non giocare più nel San Basilio.

“L’obiettivo di questo primo anno non era il salto di categoria – dichiara Andrea Vitanza – anche perché le spese sono troppe visto che il gas al campo sportivo per l’acqua calda l’abbiamo dovuto pagare di tasca nostra, così come abbiamo dovuto tagliare l’erba procurandoci braccia e motofalci”. Al momento manca un sostegno, anche economico da parte del Comune e quindi la presidenza della squadra esclude la partecipazione ad un campionato superiore anche dopo un eventuale ripescaggio.

“Abbiamo dimostrato di essere presenti – prosegue Vitanza – e abbiamo ottenuto il premio disciplina della provincia, secondi al Terme Vigliatore che ha vinto quello regionale. Il nostro obiettivo è riportare lo sport a Tortorici, nonostante qualcuno che ricopre un ruolo importante istituzionale mi disse di lasciar perdere perché tanto il calcio in paese era finito. Queste parole non mi hanno toccato e con molta sfacciataggine sono andato avanti circondandomi di persone fidate sulle quali potevo contare e lavorando con diligenza”. Infine c’è una voglia di riscatto per l’intero paese e voglia di educare le nuove generazioni allo sport che è maestro di vita.

“Siamo riusciti a creare un così bel gruppo che i giocatori hanno messo a disposizione le proprie auto per le trasferte e hanno pagato di tasca propria la visita medica necessaria per giocare – conclude Vitanza – il vero motore di questa azienda sono i colleghi dirigenti, il mister Mauro Favazzo e i giocatori. Anche io mi sento uno di loro perché a 23 anni non posso certo smettere di giocare e divertirmi”.

Maria Chiara Ferraù

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