Sono 107 le persone indagate nell’operazione condotta dalla polizia di Catania denominata Master bet che ha scoperto un giro di scommesse clandestine online.
IN particolare, 13 persone sono state arrestate e sono finite ai domiciliari, 46 sono state interessate dal sequestro preventivo dei loro esercizi commerciali, mentre a 48 sono stati notificati gli avvisi di garanzia.
Due i gruppi criminali a cui facevano capo i vari consociati.
Le indagini sono state avviate dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Catania con il coordinamento del servizio centrale di Roma che nel 2015 ha rilevato l’esistenza di sette siti web di scommesse online che operavano senza l’autorizzazione dell’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato con piattaforme di gioco ubicate a Malta.
Le lunghe indagini son iniziate sul web con monitoraggi ed attività di ricerca e poi sono proseguite con intercettazioni telefoniche e telematiche, pedinamenti e appostamenti. Questa mattina gli agenti della polizia postale coadiuvati dai colleghi delle locali squadra mobili, hanno eseguito le ordinanze da Catania a Milano.
Agli arresti domiciliari sono finiti Francesco Airò, 37 anni di Agrigento, non reperibile, con precedenti specifici e arrestato di recente per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di scommesse insieme ad esponenti di consorterie mafiose camorristiche del salernitano, titolare di società a Malta; Antonino Impellizzeri, 60enne di Catania, ex imprenditore, a cui sono stati confiscati anche beni; Gabriele Impellizzeri, 30enne catanese non reperibile, disoccupato ed ex titolare di centro scommesse; Vincenzo Provenza, 38 anni di Palermo, impiegato; Michele VIgiano, 57enne di Foggia con precedenti specifici per esercizio abusivo di attività di scommesse, imprenditore; Gaetano Terrana, 45enne di Palermo, non reperibile, operaio edile con precedenti per associazione a delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio; Riccardo Tamiro, 43enne romano, anche lui non reperibile, con precedenti specifici, imprenditore; Antonio Riccardi, 46enne di Napoli, impiegato; Marcoantonio Patti, 30 anni, impiegato di Catania; Giovanni Arba, 25enne di Cagliari, non reperibile, impiegato in un centro scommesse; Ivan Scalesi, 27enne di Salerno con precedenti specifici, disoccupato; Giuseppe Cicalese, 24enne di Salerno con precedenti specifici, anche lui disoccupato e Ignazio Casapinta, 37enne palermitano disoccupato.
Nel corso delle indagini sono emersi contatti di alcuni associati anche con un ex ispettore della polizia maltese che si occupava di criminalità economica, di recente arrestato in un’altra indagine. I negozi sequestrati sono 46 perché ritenuti centri di scommesse clandestine. Quindici a Catania, 6 a Palermo, 2 a Ragusa, 1 a Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Cosenza e Caserta; 2 a Roma, 3 a Salerno, 4 a Napoli e 8 a Cagliari.
IL giro di affari stimato era di diversi milioni di euro al mese. L’enorme fiume di denaro accumulato illecitamente veniva riciclato con altre operazioni in rete per far perdere le tracce in caso di indagini finanziarie.
Maria Chiara Ferraù