E’ stata denominata Alqamah l’operazione condotta nel trapanese su un’intestazione fittizia di beni che ha portato questa mattina al sequestro di beni per 8 milioni di euro di proprietà degli imprenditori di Alcamo Francesco, Nicolò e Leonardo Coppola e riconducibili a loro anche grazie al prestanome Gaetano Manno.
Tutti sono indagati nell’operazione per cui il tribunale di Trapani ha disposto il provvedimento di sequestro di beni su richiesta della procura distrettuale antimafia di Palermo. Il sequestro scaturisce da un’indagine avviata nel 2011 dai carabinieri di Trapani che aveva documentato l’ingerenza nel tessuto economico e sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili a soggetti condannati per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.
Sigilli a cinque società, 27 immobili, 8 autoveicoli e 43 rapporti bancari. Secondo gli inquirenti ai familiari di Coppola sarebbero state intestate le quote della Trasport scavi srl. Oltre ai tre imprenditori, indagato anche Manno che era rimasto coinvolto nell’operazione Bagolino per associazione mafiosa.
Secondo gli inquirenti, Nicolò Coppola, già alla misura della sorveglianza speciale, avrebbe usufruito dell’aiuto del padre Francesco e del fratello Leonardo, oltre che di Manno, per smistare le quote della Trasport scavi srl. La società che avrebbe anche goduto della protezione di cosa nostra, facilitando le attività sia per i parchi eolici di Alcamo e Partinico che per lavori lungo la strada provinciale Alcamo-Castellammare del Golfo.
Maria Chiara Ferraù