Carte di credito clonate, riciclaggio, correntisti di banche mediorientali, cinesi, nord europee e sud americani raggirati. Un meccanismo ben congegnato scoperto dalla polizia di Patti nell’operazione denominata PosPartout e che ha portato all’arresto di dieci persone fra misure in carcere e ai domiciliari.
Un giro esteso con le basi nel messinese a Rocca di Caprileone e Capo d’Orlando, con collegamenti che arrivavano persino a Trapani e Palermo. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Patti, Ines Rigoli, ha emesso i provvedimenti di cui 4 in carcere, 5 ai domiciliari e un obbligo di dimora. Quest’ultimo provvedimento riguarda una dipendente della banca agricola popolare di Ragusa, filiale di Capo d’Orlando.
Tutto era partito da una tentata estorsione e minacce ad un artigiano di Patti posta in essere da Valenti e NIcois, due degli arrestati. La polizia, grazie ad intercettazioni, ha poi scoperto e smantellato l’associazione. Le manette sono scattate ai polsi di Francesco Valenti, imprenditore di Rocca di Caprileone, titolare di una nota azienda di sanitari; Marian Nicoi, romeno residente a Capo d’Orlando; Dario Vitellaro di Palermo e Giuseppe Cusumano di Alcamo.
Questi quattro erano a capo dell’organizzazione. Ai domiciliari invece è finito l’imprenditore di Piraino, Basilio Spinella; l’ex carabiniere ed oggi ristoratore, Rosario Terribile di Rocca di Caprileone; il romeno Florin Bindileo di Rocca di Caprileone ed altre due persone attualmente ricercate. Obbligo di dimora per la bancaria residente a Patti, Rosa Ciancio.
Le carte di credito clonate provenivano da circuiti illegali e servivano anche per ripulire denaro sporco attraverso fittizie operazioni in favore di ditte rientranti nella disponibilità dell’associazione. Le carte clonate utilizzate e materialmente prodotte da Cusumano e Vitellaro erano intestate ad ignare persone, generalmente residenti all’estero. Le indagini condotte dalla polizia hanno permesso di appurare che i prelievi di somme rilevanti, nella realtà godevano di una corsia privilegiata grazie alla compiacenza della Ciancio. Il gruppo, negli ultimi sei mesi, avrebbe fatto girare denaro per circa mezzo milione di euro.
La banda puntava al colpo grosso che avrebbe dovuto fruttare un milione di euro all’organizzazione. E’ quanto si evince dalle trecento pagine della corposa ordinanza cautelare a carico dei 10 arrestati dell’operazione “Pospartout”. Un sistema perfettamente congegnato di cui Vitellaro e Cusumano erano al vertice. Gli imprenditori locali avevano il compito di agenti finali e attraverso l’utilizzo dei Pos intestati alle proprie ditte, garantivano l’accredito dei soldi e provvedevano alla liquidità che poi dividevano con i capi dell’organizzazione al 40%.
La rete assicurava una copertura delle operazioni simulate, producendo false fatture, spesso intestate a persone fittizie, altre volte allegando documenti di riconoscimento falsi. A Valenti è contestato anche il ruolo di reclutamento di ulteriori complici tra cui Rosario Terribile che ha messo a disposizione i propri dispositivi di pagamento elettronico ed i propri conti correnti.
I due romeni Nicoi e Bindileu rappresentavano invece la parte operativa dell’organizzazione nel territorio del messinese. Ed era proprio l’appartamento di Nicoi in contrada Amola a Capo d’Orlando (Me) la base operativa del gruppo.
Qui avvenivano gli incontri. Un luogo scelto perché fuori dal centro abitato, lontano da occhi indiscreti. Un luogo costantemente sorvegliato dove si ritrovavano Vitellaro e i referenti locali, su tutti Franco Valenti, promotore ed organizzatore della rete locale.
Maria Chiara Ferraù