Prende il via al monastero dei Benedettini di Catania il progetto Vietato NON toccare finanziato dal Miur per il concorso nazionale “progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche” volto alla realizzazione di un percorso multi sensoriale per non vedenti e ipovedenti al monastero dei Benedettini di Catania.
A partire dal 15 marzo, è iniziato il percorso formativo e laboratoriale realizzato da Officine culturali in collaborazione con il liceo artistico Emilio Greco in qualità di capofila; il liceo classico Marchesi di Mascalucia; l’istituto di istruzione superiore Fermi-Guttuso di Giarre e l’università degli studi di Catania.
Il progetto sarà finanziato dal Miur e ha come obiettivo realizzare con i ragazzi un percorso museale multi sensoriale all’interno del monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena, rivolto a tutti i pubblici in modo da favorire l’inclusione e la commistione degli utenti vedenti e non vedenti, anche attraverso la produzione di materiali tattili e audio.
L’approccio metodologico adottato è quello del coinvolgimento attivo, consapevole e partecipato degli studenti delle tre scuole. I ragazzi, con il supporto degli operatori museali di Officine culturali e dei loro insegnanti, dovranno progettare e realizzare i diversi supporti didattici e produrre i contenuti per una brochure sonora, strumenti che verranno poi utilizzati come ausilio nella fruizione museale.
Nella fase preliminare del progetto si è stabilito in accordo con i partecipanti, di procedere per tentativi, coinvolgendo sin da subito Lucia Barbera, una giovane operatrice culturale non vedente laureata al dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania che ha raccontato quali esigenze e quali sensi si possono utilizzare per comprendere le architetture del monastero e grazie alla sua consulenza il progetto ha preso il via.
Da una settimana Lucia insieme agli operatori di Officine culturali e gli insegnanti, ha iniziato il percorso formativo che è divenuto performativo, coinvolgendo i giovani partecipanti attraverso l’emotività. Gli studenti delle scuole sono stati bendati e privati temporaneamente della vista esplorando i due chiostri del monastero accompagnati dai propri compagni che svolgevano il ruolo di assistenti, curandosi della sicurezza del proprio accompagnato. La formazione delle coppie per il percorso ha instaurato un rapporto di fiducia tra i ragazzi, in quanto il “non vedente” si affida totalmente al compagno per attraversare spazi sconosciuti e visitati in una condizione del tutto inedita.
La passeggiata a “occhi chiusi” è stata un momento di formazione, ma anche di gioco e partecipazione. Incuriositi, intimoriti e stimolati dalle indicazioni attente, avvincenti e puntuali di Lucia, guida sempre presente lungo il percorso, hanno scoperto come i non vedenti percepiscono lo spazio intorno a loro, immedesimandosi in prima persona con un desiderio di comprensione che si è manifestato subito nel toccare, percepire e immaginare le architetture del monastero dei Benedettini.
L’esperienza si è conclusa alle officine dei ragazzi dove il percorso multisensoriale è stato arricchito da esercizi tattili, uditivi e olfattivi. Il coinvolgimento attivo dei più giovani in un progetto di sensibilizzazione e progettazione, per facilitare e arricchire la fruizione museale da parte di soggetti non vedenti e ipovedenti attraverso canali alternativi alla percezione visiva, si presenta come un’occasione di grande arricchimento personale e di inclusione sociale, nonché un processo innovativo di coinvolgimento attivo degli studenti nell’ideazione e produzione degli ausili.
Maria Chiara Ferraù