Sarà presentato venerdì 11 marzo alle 17.30 al coro di notte del monastero dei Benedettini di Catania il libro “Cristiani e musulmani nella Sicilia normanna” di Ferdinando Raffaele, Carlo Ruta e Sebastiano Tusa.
Il libro analizza tre aspetti attraverso la voce di altrettanti studiosi. Quello storico linguistico, esaminato da Raffaele; quello etnico-religioso analizzato da Ruta e quello tecnico-scientifico preso in esame da Tusa.
Tema quanto mai attuale, quello della convivenza di differenti credi religiosi trattato all’interno del volume in modo chiaro così da far comprendere come sono nate tradizioni, linguaggi, riti e quotidianità sotto l’influenza delle diverse religioni, delle diverse etnie. Accadde nel passato così come può accedere nel presente. La premessa dell’editore, infatti, introduce il tema complesso della funzione sociale dello studio e della conoscenza della Storia, che può essere “uno strumento importante per orientarsi. E in questo senso può aiutare non poco a comprendere le complessità di questo tempo, che sono in grado di disorientare e di indurre a forme strategiche di dimenticanza”. La storia antica, medievale e moderna letta insomma come storia contemporanea.
Ferdinando Raffaele utilizza un approccio filologico per fare un quadro chiaro dei “prestiti linguistici e lessicali” dell’arabo nella lingua siciliana. Attraverso la lingua spiega quindi quali evoluzioni sociali il siciliano ha avuto nella sua storia e quali arricchimenti possiamo riscontrare nell’interno struttura della lingua che raggiunge uno dei momenti più alti con l’esperimento di volgare illustre della scuola poetica siciliana.
L’analisi di Ruta punta invece a ricostruire la storia della Sicilia normanna nel contesto delle guerra santa che, con le sue ideologie, ebbe anche ricadute su una Sicilia aristocratica pronta ad indebolire l’etnia arabo-berbera ancora presente.
Infine, nell’ultimo saggio, Tusa affronta il tema dell’eredità tecnica e culturale consegnataci dagli Arabi perdurata fino all’epoca del Regnum Siciliae degli Altavilla. L’archeologo sottolinea come soprattutto la cultura artistica araba sedimentò, e ne abbiamo anche testimonianza, soprattutto in ambito architettonico, anche quando si costruirono cristianissime chiese o palazzi.
Alla presentazione interverranno insieme ai tre autori: Lucia Arcifa, docente di Archeologia medievale all’università degli studi di Catania; Marcello Saija, docente di Storia delle dottrine politiche alle università di Palermo e Messina e Giancarlo Magnano San Lio, direttore del ripartimento di scienze umanistiche dell’università di Catania.