L’editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo è stato prosciolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo il gip che ha depositato le motivazioni (170 pagine) con cui si dispone il non luogo a procedere perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, il reato contestato a Ciancio non sarebbe definibile.
Secondo il giudice per le indagini preliminari sarebbe compito del legislatore farsi carico di stabilire i confini di tale figura, secondo precisi criteri di ermeneutica giuridica e non “lasciare all’interprete il compito di definire qualcosa che, allo stato, non è definibile”.
“Il fenomeno – si legge nelle motivazioni – è più delicato di quanto non si pensi e inoltre ha avuto un’evoluzione in negativo che negli anni Ottanta non si poteva neppure prevedere. In sostanza l’intuizione di Giovanni Falcone e la conseguente creazione di una fattispecie di reato che potesse coprire la zona grigia della collusione con la mafia, oggi non può che essere demandata al legislatore, il quale deve farsi carico di stabilire i confini di tali figure di reato, secondo precisi criteri di ermeneutica giuridica. Non è un problema da poco.
Dal canto suo la Procura di Catania ha 15 giorni di tempo dalla notifica delle motivazioni per presentare ricorso in Cassazione.