Ragusa: “Archeologia degli Iblei”

Domani, venerdì 29 gennaio alle 17.00 la libreria Paolino di Ragusa ospiterà l’incontro con Massimo Frasca, professore di archeologia della Magna Grecia e autore del volume Archeologia degli iblei. I lavori saranno introdotti da Enzo Piazzese, consigliere nazionale di Archeoclub d’Italia e presidente della sede di Ragusa.

A dialogare con l’autore sarà Giovanni Di Stefano, direttore del museo di Camarina e professore di archeologia dell’università della Calabria.

Nell’opera Frasca esamina i processi di trasformazione che si colgono nella società indigena tra la prima e la seconda età del Ferro nell’area geograficamente e culturalmente ben delineata dell’altipiano IBleo che, grazie anche alle indagini effettuate tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento da Paolo Orsi, costituisce uno dei territori meglio indagati della Sicilia.

L’arrivo dei Greci, che a partire 733 a.C., data di fondazione di Siracusa, si insediano lungo le coste orientali e meridionali della Sicilia, innesca profondi mutamenti nell’assetto sociale, politico, economico e territoriale delle comunità indigene della prima età del Ferro (facies di Pantalica Sud), che vivevano in piccoli villaggi sparsi su alture naturalmente difese, come Monte Alveria, Avola Antica, Pantalica e Monte Finocchito.

La rassegna particolareggiata dei dati archeologici restituiti soprattutto dalle necropoli e in parte anche dagli abitati di Monte Finocchito, Modica-Via Polara, Ragusa, Monte Casasia e Castiglione, consente all’autore di delineare il processo innescato dalla presenza greca sulla costa (fondazioni di Siracusa, Eloro, Maestro e Camarina) e nell’interno (colonie siracusane di Acre e Casmene), che determina, tra la fine dell’VIII e il VII secolo a.C., l’abbandono dei piccoli villaggi sparsi nel territorio e la formazione di centri emergenti, ubicati sulle alture dominanti il corso dei grandi fiumi, Marcellino, Tellaro, Irminio, Dirillo e Ippari, che costituiscono le principali vie di comunicazione tra la costa e l’entroterra.

 Massimo Frasca si è laureato in lettere classiche, con una tesi sulla necropoli di Monte Finocchito, e specializzato in archeologia classica presso l’Università di Catania. Ha vinto una delle borse di perfezionamento bandite dalla scuola archeologica di Atene e ha seguito le attività della scuola in Grecia e in Turchia, partecipando allo scavo di Iasos.

Ricercatore confermato dal 1981 al 2000, ha insegnato presso l’Università della Calabria e di Agrigento. Attualmente professore di Archeologia della Magna Grecia e Sicilia presso l’Università di Catania, ha conseguito l’abilitazione a professore ordinario di Archeologia Classica. Dal 2005 è direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica (ora Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici) dell’Università di Catania. Ha diretto numerosi scavi in Sicilia e in Italia meridionale ed è stato componente delle missioni archeologiche di Prinias (Grecia) e Iasos (Turchia). Dal 1987 fa parte della Missione archeologica italiana che opera a Kyme Eolica (Turchia), dove dirige gli scavi sulla Collina Sud. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Tra i principali temi di ricerca è lo studio della topografia e delle produzioni artigianali delle città greche e delle loro relazioni con le popolazioni indigene.

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