“Riteniamo che il quesito referendario finora formulato, sebbene ineccepibile sul piano formale, sia poco adatto ad esprimere appieno ai cittadini l’importante significato di cui si fa carico”. Così scrive il comitato dei cittadini contro l’inceneritore della valle del Mela, nel messinese, in una lettera rivolta ai sindaci del comprensorio.
La nota arriva dopo l’iniziativa del sindaco di Pace del Mela, Pippo Sciotto, per ricompattare i comuni contrari all’inceneritore e riformulare il quesito. Un’iniziativa apprezzata dal comitato che sostiene quanto sia necessario che “i comuni del comprensorio formino un fronte comune, assieme alle associazioni e ai cittadini, al fine di non permettere la realizzazione del pericolosissimo progetto dell’inceneritore”.
L’inceneritore proposto da Edipower è stato denominato dall’azienda stessa “impianto di valorizzazione energetica di CSS”. Per ovvie ragioni – prosegue il comitato – non stupisce l’uso di una terminologia generica e artificiosamente benevola da parte dell’azienda, che ha tutto l’interesse di far apparire il proprio progetto come moderno e pulito. La realtà purtroppo è ben diversa. Sotto la superficie della denominazione benevola la sostanza del progetto parla chiaro. Essenzialmente si propone un impianto per la combustione di oltre 500 mila tonnellate di rifiuti all’anno sotto forma di CSS, ovvero la frazione combustibile dei rifiuti, essenzialmente costituita da plastica e carta”.
“Noi – conclude il comitato – riteniamo che il quesito possa risultare molto più efficace e comprensibile facendo riferimento al contenuto del progetto di Edipower ed all’inquadramento giuridico dell’impianto proposto”. Il testo che il comitato vorrebbe fosse scritto nel referendum è il seguente: “Siete voi favorevoli alla realizzazione di un impianto di incenerimento e/o coincenerimento all’interno della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela?”. Riteniamo – conclude la lettera – che un quesito del genere risulterebbe molto più chiaro, permettendo al contempo di conservare inequivocabilmente i propri effetti sul presente progetto Edipower.
Maria Chiara Ferraù