Catania: tutti i comuni

La provincia di Catania è una delle nove province siciliane che con una superficie di 3.553 Km quadrati conta circa un milione e mezzo di abitanti e 58 comuni. Il territorio della provincia si affaccia ad est sul mar Ionio, a nord con la provincia di Messina il cui confine è segnato in buona parte dal corso del fiume Alcantara; ad ovest con le province di Enna e Caltanissetta; a sud con le province di Ragusa e Siracusa.

TERRITORIO

Il territorio della provincia di Catania presenta una varietà di paesaggi. Qui troviamo la più vasta pianura della Sicilia, la piana di Catania e poi il monte Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi 3.340 metri sopra il livello del mare. Quella di Catania, inoltre, è la provincia siciliana con uno dei più vasti bacini idrografici ( 4.300 km quadrati) costituito da consistenti tratti del fiume Simeto e dei suoi affluenti, del Salso, del Dittadino e del Gornalunga, tutti e quattro condivisi con la provincia di Enna.

Qui sono presenti la riserva naturale orientata La Timpa che ricade nel territorio di Acireale e ancora la riserva naturale fiume Fiumefreddo. Nella zona più interna la provincia è incorniciata dalle catene montuose dei monti Erei e degli Iblei a ridosso delle quali si alternano calanche desertiche e fertili terre come quelle della piana. Nel catanese c’è inoltre la riserva naturale Oasi del Simeto.

Una particolarità della provincia di Catania è la presenza di fiumi sotterranei come l’Amenano seppellito dall’eruzione del 1669, il fiume Ognina, anche lui coperto dalla lava del 1381 e il fiume Aci sul quale anticamente fiorirono tante leggende, citato ancora con le relative misure da Idrisi, il geografo di corte di Re Ruggero che scomparve dopo l’eruzione del 1169 e anche l’Alcantara che ha scavato il proprio alveo su una colata lavica forse originata dal cratere di Mojo Alcantara.

Nonostante la presenza di un importante bacino idrico, la provincia di Catania non ha grandi laghi. Ne esistono alcuni naturali racchiusi per lo più nelle aree protette. Nell’Oasi del Simeto si trovano il lago Gornalunga formato dall’omonimo affluente del Simeto; il lago Gurnazza formato da dune costiere e le Salatelle, piccoli pantani di acqua salmastra. Nell’area catanese del Parco dei Nebrodi il lago Trearie che si estende nei comuni di Tortorici (Me) e Randazzo e che ha particolare importanza perché è luogo di sosta e nidificazione di varie specie avicole, stanziali e di passo ed è incastonato in un pittoresco paesaggio.

A nord-ovest dell’Etna e a sud di Randazzo troviamo il lago Gurrida, unico esempio in Europa di lago di sbarramento naturale lavico formato da una colata del 1536 che ostruendo parte della valle sottostante, ha determinato l’accumulo delle acque del fiume Flascio nel territorio di Randazzo. IL lago non ha emissari e in piena estate va in secca. Nei pressi di Palagonia, inoltre, si trovano due laghetti mefitici di Naftìa, noti fin dall’antichità perché legati al culto delle divinità I Palici.

Ci sono infine due laghi artificiali di sbarramento fluviale: il lago Dirillo presso Licodia Eubea e il lago di Ogliastro, compreso tra il comune di Piazza Armerina (Enna) e quello catanese di Ramacca.

La zona attorno all’Etna presenta boschi di castagni (famoso quello della leggenda dei 100 cavalieri) ed ombrose pinete. Ad alta quota si possono notare le macchie gialle delle ginestre che crescono sulla lava di precedenti eruzioni del vulcano. Con le sue nevi l’Etna alimenta l’’Alcantara, il Simeto con alcuni suoi affluenti e le sorgenti d’acqua potabile di una vasta area circostante.

CLIMA

La provincia di Catania offre una grande varietà climatica a seconda della vicinanza o lontananza dalla costa e dell’altitudine. È frequente la neve al di sopra dei 1.200 metri. Le temperature medie annue si mantengono tra i 17 e i 19 gradi. L’area pianeggiante presenta una forte escursione termica in tutte le stagioni. Questo a volte provoca nebbie improvvise, in particolare nell’area sud-occidentale della provincia. Il catanese è una delle zone più calde della Sicilia con temperature che in estate sfiorano i 50 gradi.

STORIA

L’area in cui sorge l’attuale provincia di Catania risulta abitata sin dalla notte dei tempi. Tracce di insediamenti preistorici si ritrovano alle pendici dell’Etna nelle zone costiere e lungo le valli del Simeto e dei suoi affluenti, nel calatino e sulle alture circostanti gli Erei e gli Iblei. In quasi tutte le città si trovano evidenti o presunte tracce di insediamenti di Sicani e poi Siculi. Del periodo greco si notano soprattutto le tracce, storiche ed archeologiche, dello splendore raggiunto. Il periodo successivo, quello romano, mirò a trasformare l’isola in granaio di Roma, anche a causa delle pesanti impostazioni tributarie.

Fino alla fine del Settecento l’economia aveva un mercato con interessi extraprovinciali in particolare nelle coltivazioni di cereali, grano, vite e nel campo dell’allevamento del baco da seta di cui sono testimonianza gli alberi di gelso bianco ancora presenti nel territorio. Nel 1693 un terribile terremoto cancellò i due terzi della popolazione di Catania. Anche altri centri ebbero moltissime vittime, ma tutti vennero accomunati da una distruzione delle costruzioni e degli opifici pressoché totale. Sotto il governo borbonico il 24 febbraio del 1853 iniziava l’attività della camera consultiva commerciale di Catania in un contesto difficile. Vennero potenziate infrastrutture essenziali delle poste, delle banche e dei collegamenti marittimi e stradali. Venne tentata la coltivazione del cotone in alcune zone della piana di Catania e quella del riso, ma l’attività imprenditoriale fallì e si cercarono alternative introducendo nelle aree provinciali  più idonee la coltivazione su vasta scala degli agrumi.

Durante l’impresa dei Garibaldini la città di Bronte fu teatro di un episodio controverso, noto come la Rivolta di Bronte. Era l’agosto del 1860 quando i contadini si ribellarono occupando le terre dei latifondisti. Una rivolta soppressa nel sangue da Nino Bixio. Dopo l’unificazione d’Italia la camera consultiva di commercio venne trasformata in camera di commercio ed arti e nel 1862 (nello stesso anno) è stata istituita la borsa valori. Un risultato brillante per l’economia della provincia. Vennero impiantate banche e finanziati progetti di ferrovie minerarie. Durante gli anni settanta del XIX secolo Catania era diventata la capitale dello zolfo isolano. Il Banco di Sicilia aprì a Catania la sua prima filiale.

Nei primi decenni del Novecento i porti, le industrie nel settore tessile, ma soprattutto la raffinazione e commercializzazione dello zolfo che proveniva dall’interno, fecero parlare di Catania come la Milano del sud.

Dopo lo sbarco delle truppe americane nel 1943, durante il secondo conflitto mondiale, la provincia etnea fu sottoposta a intensi e disastrosi bombardamenti alleati che distrussero gravemente le infrastrutture portuali e ferroviarie nelle due direttrici fondamentali Catania-Palermo e Catania-Messina-Siracusa.

ECONOMIA

Grazie alla fertilità del suolo l’agricoltura catanese è molto prospera. Le grandi opere di bonifica e di assetto idrogeologico fluviale realizzate nella piana di Catania e nei suoi fiumi come il Simeto, il Gornalunga e il Dittaino, ne hanno incentivato la produzione cerealicola. Per l’economia della provincia rivestono un ruolo di primo piano le attività agricole, anche se in progressiva e lenta riduzione. In particolare sono diffuse l’agrumicoltura e la viticoltura.

Nel settore industriale la provincia occupa il primo posto in Sicilia e si trova principalmente nella zona di Pantano d’Arci dove hanno sede aziende come la St microelectronics e la Nokia. Un forte sviluppo ha assunto l’industria alimentare prevalentemente quella della lavorazione dei cereali, della fabbricazione di conserve alimentari e della produzione di vini da tavola e da dessert oltre che a distillati e liquori in genere. Importante anche la produzione chimica con concimi e quella farmaceutica, in particolare nella produzione di colliri. Il settore industriale più importante è l’edilizia che ha tratto giovamento dallo sviluppo dei lavori pubblici e dall’espansione urbana dei vari centri e del capoluogo etneo. Nei traffici commerciali fa da traino il commercio di agrumi e prodotti alimentari che si servono sempre più di Tir attrezzati.

MITI E LEGGENDE

Il territorio del Catanese è ricco anche di miti e leggende come la Fontana dell’Elefante al Duommo, simbolo del capoluogo e presente anche nel gonfalone del Comune. E poi le leggende di Colapesce, dei fratelli Pii, Gammazita e Uzeda con molte varianti. E ancora il pastore Aci e la ninfa Galatea, la presenza del ciclope Polifemo. I giganti dell’Olimpo caduti nel vicino bosco d’Aci. L’approdo di Ulisse e i faraglioni di Acitrezza che sarebbero stati i massi lanciati dal ciclope contro Ulisse e i compagni. Poi ancora una madonna bizantina al castello Nelson di Bronte secondo la leggenda dipinta da San Luca. A Valverde la leggende del brigante Dionisio convertito da un’apparizione della Madonna e del prodigio del pilastro nel 1040. Tante le leggende legate all’Etna come quella del filosofo greco Empedocle che sarebbe morto suicida gettandosi nel cratere e ancora il castagno dei Cento Cavalli o le fondanelle del milo vicino al monte Fontana dove ogni tanto appariva una città ai viandanti che poi spariva nel nulla. Leggende anche intorno alla costruzione del santuario di Vena a Piedimonte Etneo. Alla torre normanna di Motta Sant’Anastasia è legata invece la leggenda di Jana da Motta. Lo scritto enigmatico di una delle poche lapidi del castello di Calatabiano. Un altro enigma è nascosto nel ponte dei Saraceni di Adrano che non presenta alcuna strada su entrambe le sponde tali da giustificarne l’esistenza. E infine l’antico dio Adranon venerato ad Adrano e in altre località siciliane con al seguito mille cani spietati contro i mentitori e i ladri.

LA PROVINCIA E IL CINEMA

Secondo quanto riportò il primo marzo del 1978 il quotidiano La Sicilia, già nel 1914 Catania era una delle capitali del cinema europeo. Diversi furono i film girati a Catania e Provincia. Numerose anche le case cinematografiche tra cui l’Etna Film che produsse più di 100 film. L’industria cinematografica però poi non si è sviluppata nella provincia Etnea e fin ad oggi soltanto pochi film sono stati girati in provincia di Catania. Anche se ultimamente Catania è stata il set delle ultime serie della fortunata serie televisiva Squadra antimafia.

Alla provincia di Catania appartengono i seguenti  58 comuni:

 

Aci Bonaccorsi, l’origine da Xiphonia

Aci Castello, riserva naturale marina Isole Ciclopi,

Aci Catena, il paese di Miriam Leone, miss Italia 2008

Acireale, “è una sorta di medievale Avignone” (Carlo Levi, Tracce della memoria)

Aci Sant’Antonio, storia collegata ad Acireale

Adrano, l’arancia rossa di Sicilia

Belpasso, un paese a scacchiera

Biancavilla, alle falde dell’Etna su un lastrone magmatico

Bronte, la città del pistacchio

Calatabiano, la leggenda del tesoro custodito nelle viscere del monte Castello

Caltagirone, la città delle ceramiche e delle etnie. Il dialetto arabo

Camporotondo Etneo, conetti eruttivi periferici e timpe

Castel di Iudica, la leggenda del “Salto della vecchia”

Castiglione di Sicilia, II guerra mondiale, teatro di una feroce rappresaglia tedesca

Catania, dall’Etna al mare

Fiumefreddo di Sicilia, gemellata con Germania e Repubblica Ceca

Giarre, “città, sedi e rizzettu (rifugio) di tanti omini digni!” (Domenico Tempio)              

Grammichele, la chiesa del Calvario asimmetrica all’asse stradale per creare una croce sulla città.

Gravina di Catania, la vecchia “Le plache”

Licodia Eubea, “dove sono meravigliose ruine di antichità” (Abate Fazello)

Linguaglossa, la leggenda di mastro Lingua grossa

Maletto, la città delle fragole

Maniace, “colonia” di Tortorici (Messina)

Mascali, dal greco bizantino significa “boscoso”

Mascalucia, la “patria” dei Sugarfree

Mazzarrone, l’uva da tavola IGP

Militello in Val di Catania, il paese di Pippo Baudo

Milo, aria salubre alle pendici orientali dell’Etna

Mineo, “ha sempre favorito la nascita di poeti e pensatori” (Giuseppe Bonaviri, Follia)

Mirabella Imbaccari, tra castelli e chiese

Misterbianco, area archeologica

Motta Sant’Anastasia, torre di Motta (o Dongione)

Nicolosi, paese distrutto dall’eruzione dell’Etna del 1669 e poi ricostruito

Palagonia, sagra dell’arancia a polpa rossa e Settimana Santa

Paternò, tra normanni, svevi, angioni ed aragonesi

Pedara, a due passi dall’Etna numerose feste religiose

Piedimonte Etneo, il fascino della dominazione bizantina

Raddusa, gli altari e la minestra per San Giuseppe

Ragalna, il casale di Anna

Ramacca, pugilato, calcia e danza

Randazzo, un nome e un mistero

Riposto, un moderno porto turistico

San Cono, la leggenda del monaco basiliano

San Giovanni La Punta, prima San Giovanni De Nemore (dal bosco)

San Gregorio di Catania, riserva naturale integrale complesso Immacolatelle e Micio Conti

San Michele di Ganzaria, la città araba

San Pietro Clarenza, scuola di formazione della polizia penitenziaria

Sant’Agata li Battiati, il paese di Orazio Sapienza (sindacalista e politico)

Sant’Alfio, il castagno dei cento cavalli

Santa Maria di Licodia, “un paese calmo questo. Qui comunisti, democratici e fascisti giocano insieme a carte (Carlo Levi)”

Santa Venerina, il paese d’origine della giornalista Maria Grazia Cutuli

Scordia, una terrazza fra Etna e mare Jonio

Trecastagni, a due passi dall’Etna

Tremestieri Etneo,  raccolta privata di carretti siciliani

Valverde (Sicilia), Il santuario di Maria santissima di Valverde

Viagrande, le specialista dell’antica tradizione gastronomica etnea

Vizzini, la patria di Verga

Zafferana Etnea, sede del premio letterario Brancati

Maria Chiara Ferraù

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