Questa mattina agenti della Digos di Messina hanno notificato 12 consiglieri comunali di Messina l’ordinanza di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio.
Ad essere raggiunti dai provvedimenti sono stati: Carlo Abbate, 56 anni del Partito Democratici Riformisti; Pietro Adamo, 32 anni, eletto con Movimento Siamo Messina; Pio AMadeo, 44 anni, eletto nella lista del Movimento Articolo 4; Angelo Burrascano, 56 anni, eletto nella lista del Movimento IL Megafono – lista Crocetta; Giovanna Crifò, 55 anni della lista Forza Italia; Nicola Salvatore Crisafi, 38 anni, eletto con Nuovo Centro Destra; Nicola Cucinotta, 44 anni, Partito Democratico; Carmela David, 50 anni, eletta con l’Udc; Paolo David, 48 anni, capogruppo eletto nella lista Movimento Siamo Messina; Benedetto Vaccarino, 44 anni eletto nella lista del Partito democratico e Santi Daniele Zuccarello, 35 anni, eletto nella lista del movimento Progressisti democratici.
Le indagini, avviate a novembre del 2014, hanno fatto luce sul fenomeno comunemente denominato Gettonopoli. In pratica i consiglieri percepivano in modo fraudolento il gettone di presenza in occasione delle sedute delle commissioni consiliari permanenti.
In alcuni casi, addirittura, gli investigatori hanno accertato che i consiglieri intervenivano nel corso della seduta per il tempo strettamente necessario a firmare e quindi per ottenere ugualmente il gettone di presenza.
Nel settembre del 2013, dopo l’elezione dell’attuale Consiglio Comunale avvenuto nel giugno del 2103, il gettone dei consiglieri comunali è diminuito da 100 a 56 euro, fermo restando l’indennità mensile massima di 1.529 €. Nel dicembre del 2013 l’indennità mensile massima è aumentata a 2.184 €, raggiungibile con un minimo di 39 presenze mensili. Dal dicembre 2013 quasi tutti i consiglieri comunali hanno raggiunto la soglia minima delle 39 presenze sia attraverso le commissioni, sia apponendo la sottoscrizione in sostituzione del capo gruppo, frutto di un preventivo accordo tra delegante e delegato per massimizzare la fruizione dei gettoni di presenza.
L’attività della DIGOS nel mese di novembre, dicembre 2014 e gennaio 2015, ha consentito di accertare una discrasia tra la situazione risultante dai verbali e quella reale. Si è accertato che alcuni consiglieri comunali si allontanavano senza neanche attendere un breve lasso di tempo per consentire ai colleghi di arrivare ed al presidente di effettuare la verifica del numero legale.
I consiglieri che erano lavoratori dipendenti, inoltre, firmando la presenza alle commissioni consiliari, erano esonerati dal recarsi sul posto di lavoro, facendo percepire l’indennità al datore di lavoro con un ulteriore aggravio per le casse comunali. Dalle indagini è emerso inoltre che vari consiglieri comunali, d’accordo tra loro, firmavano in sostituzione di un consigliere dello stesso gruppo o del capo gruppo senza delega scritta.
Maria Chiara Ferraù