Adottare iniziative per compensare l’azione impattante derivante dalla raffinazione sul territorio di Milazzo affinché venga riconosciuto ai milazzesi il diritto all’abbattimento totale delle accise sui prodotti petroliferi al momento della produzione. A chiederlo con una mozione presentata al consiglio comunale di Milazzo sono i consiglieri Pietro Formica, Maurizio Capone e Antonino Italiano del gruppo “Ora Milazzo”.
I consiglieri puntano l’attenzione sul fatto che MIlazzo accoglie sul proprio territorio una raffineria tra le più grandi d’Europa, in grado di ricevere e lavorare circa 10 milioni di tonnellate di materie prime all’anno. In Sicilia si raffina circa il 40% dell’intera produzione petrolifera italiana con conseguente elevato impatto ambientale ricadente sul territorio. La presenza dell’azienda ha pesato gravemente in negativo sulle attività economiche ad indirizzo agricolo e turistico della zona e, considerato che nel 2012 il governo regionale insieme alla Valle d’Aosta e alle province autonome di Trento e Bolzano aveva presentato un ricorso contro la decisione prevista dal Cresci Italia di tenere per sé le entrate legate all’aumento delle accise su energia e carburanti.
Inoltre, sottolineano i consiglieri, la Corte Costituzionale ha riconosciuto alla Sicilia il diritto di incassare le imposte legate alle accise su energia e carburanti. Lo Stato avrebbe dunque prelevato illegittimamente 235 milioni di euro l’anno dal 2012. In più, l’incidenza fiscale risulta pari al 68,35% sul prezzo al consumo della benzina e del 62,75% sul prezzo al consumo del gasolio ed altre città dove insistono impianti simili usufruiscono di vantaggi a compensazione dell’impatto ambientale.
Per tutti questi motivi “si esorta il consesso e l’esecutivo civico ad esperire tutto l’iter all’uopo preposto mediante l’adozione di tutti quei provvedimenti legislativi per compensare la presenza di una realtà, il cui impatto inquinante è molto elevato, e consentire al territorio di rappresentare un punto franco per il rilancio della sua economia, che attualmente per effetto della grande crisi economica si trova in uno stato comatoso”.
Rodrigo Foti