Si è svolta giovedì sera a Milazzo (Messina) una seduta di consiglio comunale aperta, convocata dal presidente Gianfranco Nastasi per consentire l’intervento dei progettisti, delle organizzazioni sindacali, degli ambientalisti, di esperti e tecnici sulla questione termovalorizzatore e CSS all’Edipower, un dibattito, che ha confermato le posizioni diametralmente opposte di sindacalisti ed ambientalisti sempre più decisi a sostenere una battaglia sempre più serrata per impedire che si realizzi l’inceneritore in un’area – è stato sottolineato – già fortemente compromessa dagli effetti nocivi della attività industriale. Ad illustrare il progetto di A2A, in aula consiliare, è stato l’ingegnere Giuseppe Monteforte supportato da alcuni componenti dello staff di progettazione. Sono state spiegate le finalità del progetto, forniti elementi squisitamente tecnici, fatte pervenire risposte ai diversi quesiti posti e anticipati riscontri occupazionali, che sono stati però contestati in diversi interventi, invitando Monteforte a dare numeri veritieri, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione allorquando l’impianto entrerebbe a regime (nel 2021) a completamento delle 2 fasi operative previste per alimentare la centrale Edipower con il Css.
Con due linee di valorizzazione col Css – è stato anche detto – si avrebbe una notevole riduzione delle immissioni in atmosfera, mentre avverrebbe lontano (almeno 200 chilometri) lo stoccaggio del Css e per il trasporto in centrale si ipotizza il trasferimento del prodotto col gommato utilizzando la viabilità presente nell’area industriale. Tantissime le domande poste ai progettisti seguite dalle risposte tecniche, soprattutto sotto l’aspetto ambientale, e non hanno convinto di certo tutti i presenti le assicurazioni, dato che le emissioni saranno minime ed intorno ad un quarto dei limiti di legge.
All’ingegnere Monteforte, che riferiva poi di impianti funzionanti col Css in ambito internazionale, veniva posta in riscontro la politica europea seguita in materia tendente ad abbandonare gli inceneritori entro il 2020. Più cauti i rappresentanti sindacali: Pino Foti (CGIL), pur riconoscendo che “qualche problema rispetto all’ambiente c’è”, ha ricordato gli investimenti fatti negli anni per il miglioramento ambientale. “La salubrità del progetto – ha aggiunto – non spetta a noi, ma è nella normativa dello Stato e ci rimettiamo alle previste procedure”.
Foti ha quindi ha evidenziato che quello della A2A è l’unico investimento fatto in Italia in questo momento ed è un progetto che interessa un privato che vuole investire nel settore dei rifiuti, per cui l’intervento va valutato sotto ogni aspetto, non escluso quello occupazionale.
Rodrigo Foti