Sembra una storia infinita e travagliata quella che i gestori della nota discoteca “Genesi” di Portorosa stanno vivendo: dopo avere in seguito al sequestro preventivo, ordinato dalla Questura di Messina ed eseguito dal Commissariato di Polizia di Stato di Barcellona Pozzo di Gotto, che ha arrecato un notevole danno economico nella fase più importante della stagione estiva coincidente col periodo di ferragosto, opposto ricorso presentando un’istanza al giudice feriale Salvatore Pugliese nella sua funzione di Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.Pugliese, dopo avere evinto dalla documentazione annessa che sussistevano i presupposti previsti dalla legge in materia di prestazione dei servizi di sicurezza con personale qualificato elettricista iscritto alla locale Camera di Commercio e per la vigilanza antincendio conforme alle prescrizioni vigenti e che gli impianti relativi erano tutti in regola, ha ordinato il dissequestro parziale del locale, nel medesimo giorno è stato loro recapitato dal Questore di Messina Giuseppe Cucchiara il provvedimento di revoca dell’autorizzazione a tenere trattenimenti danzanti. Dal documento, di cui una copia è stata consegnata al titolare Dario Costanzo, emergono contestazioni risalenti al luglio 2013, per le quali non si è osservato l’orario di chiusura del locale, né è stato rispettato il divieto di usare un’area adibita a seconda pista da ballo. Proprio quest’ultima è oggetto di un contendere, che ha visto il coinvolgimento di Emilio Puliafico, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Furnari, accusato di abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative per agevolare l’utilizzo della seconda pista, poiché attestava che essa era esistente ed indicata graficamente negli atti esaminati dalla Commissione di Vigilanza, la quale in sede di sopralluogo ne aveva verificato i requisiti ed i parametri di sicurezza richiesti dalla regolamentazione vigente.
Tale commissione era presieduta dall’attuale Sindaco, Mario Foti, gli addetti della Questura hanno rivolto il 14 luglio allo stesso una richiesta di informativa se la seconda pista potesse pregiudicare l’agibilità complessiva del locale. La risposta del primo cittadino, avvenuta dieci giorni dopo, dichiarava che le commissioni da lui dirette nel 2012 e nel 2014 non avevano autorizzato alcuna seconda pista da ballo.
Tanti sono gli interrogativi che balzano alla parte difensiva della società “3C Genesy’s s.r.l.”: come mai le infrazioni non sono state contestate in loco ed addirittura a distanza di due anni dai fatti rilevati, allorquando la legge n°689 del 1981 delinea all’articolo 14 un procedimento a carattere contenzioso con una precisa scansione temporale a garanzia degli interessati prevedendo novanta giorni per la notifica della violazione, se non vi è stata la contestazione immediata? Allo stesso modo perché non sono stati presi immediatamente provvedimenti sanzionatori per violazioni dell’ordinanza sindacale n°19 del 10 aprile 2014, che vieta la diffusione della musica all’esterno dell’esercizio, così come la violazione di norme che vietano la somministrazione di alcoolici nonché l’omissione di installazione di dispositivi che permettano agli avventori all’uscita di verificare il tasso alcolemico? Come mai il Sindaco di Furnari non si è accorto dell’abuso d’ufficio e la falsità ideologica dell’atto autorizzativo della seconda pista nel momento in cui egli lo aveva firmato? Come mai la revoca dell’autorizzazione è avvenuta nello stesso giorno in cui è stato disposto il dissequestro, seppure parziale della discoteca? Indubbiamente sono interrogativi scatenanti anche la curiosità e talora l’indignazione di tutti gli amanti la vita notturna ed gli assidui avventori d’una delle più grandi realtà della movida siciliana costituente da un lato un punto di riferimento per un sano e pieno divertimento, mentre dall’altro una realtà imprenditoriale in grado di dare occupazione ad una cinquantina di addetti in un periodo interlocutorio quale l’attuale situazione economica recessiva.
Rodrigo Foti