A distanza di poco più di un anno sembra avere tutti i contorni della persecuzione l’apposizione dei sigilli alla discoteca “Genesi” di Portorosa per un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona P.G. Dott. Danilo Maffa l’11 agosto ed eseguito dagli agenti del Commissariato P.S. della medesima città sulla base dei controlli a dir poco frequenti effettuati recentemente da questi ultimi nel corso delle serate danzanti. Nella motivazione emerge che, oltre alla pista da ballo autorizzata ed a quella sottoposta ad un precedente sequestro preventivo nell’ottobre dello scorso anno, erano state predisposte altre due piste senza essere destinatarie di relativa autorizzazione con pregiudizio per la pubblica incolumità; inoltre è contestata una violazione della normativa vigente per l’assenza dell’elettricista e del personale preposto alla prevenzione degli incendi in aggiunta alle trasgressioni dell’ordinanza emessa dal Sindaco di Furnari circa le limitazioni alla diffusione musicale per preservare la quieta pubblica.
Di conseguenza risulta palese non solo lo sgomento dei fratelli Costanzo, gestori il locale, ma anche la montante indignazione degli avventori appartenenti a tutte le fasce d’età, che durante la afose serate della canicola agostana avevano eletto il “Genesi” a punto di riferimento per il loro lieto trascorrere in una sana e familiare atmosfera di divertimento. Molta amarezza è stata espressa da Francesco Costanzo: “Manifesto lo stupore e lo sgomento sia in maniera personale sia a nome della mia famiglia per una decisione di tal fatta comminata nell’attuale periodo di ferragosto, in cui si sono profusi tutti gli sforzi economici per garantire la massimizzazione dello svago a tutti i nostri clienti: basti pensare che tale decisione ha causato danni gravi ed irreparabili per l’annullamento di eventi in programmazione ed annullati di colpo, come ad esempio il concerto dell’artista Gigi D’Agostino, previsto il 12 agosto, ed al quale era già stato corrisposto un acconto a titolo di caparra confirmatoria di € 11.000 e per assistere alla sua performance era stata realizzata una prevendita di 1.400 biglietti. – ha precisato il giovane manager – Per non parlare della realtà occupazionale da noi creata, che concede il lavoro a circa sessanta persone tra dipendenti e lavoratori occasionali, i quali traggono sostentamento nella nostra attività commerciale. Noi comunque non ci arrendiamo e faremo valere le nostre ragioni in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie preposte”.
Nella richiesta di revoca del provvedimento inviata al Prefetto di Messina Dario Costanzo, amministratore unico della società 3C Genesy’s s.r.l., ritenendo l’atto manifestamente illegittimo, ha presentato le seguenti controdeduzioni: innanzitutto si contesta la sproporzione della misura cautelare, che di fronte ad un’illecita gestione di due aree dalle dimensioni irrilevanti blocca l’intero complesso di una superficie pari a 4160 metri quadrati regolarmente e legittimamente gestita, per cui le due suddette aree sono regolarmente annesse.
Circa la pista adiacente alla piscina, risulta essere una struttura con tralicci metallici sul modello d’una tenda americana, regolarmente impiantata ed oggetto di verifica della Commissione di Vigilanza afferente al Comune di Furnari. Per l’altra pista la stessa Commissione di Vigilanza ha espresso parere favorevole all’agibilità, estesa peraltro all’intero locale. Dario Costanzo si è detto inoltre sorpreso che le criticità tecniche siano state rilevate da un Sovrintendente della Polizia di Stato tanto privo di ogni competenza tecnica da reputare la semplice installazione di tende in PVC “modifiche strutturali finalizzate a trasformare la discoteca dal luogo all’aperto in un sito al chiuso”.
Riguardo all’obiezione per la mancanza di personale qualificato egli dimostra la garantita presenza di operatori qualificati ed abilitati alla manutenzione degli impianti elettrici e di sicurezza nonché di soggetti in possesso di attestati regolarmente rilasciati dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Nel chiedere la dichiarazione di nullità contro una disposizione reputata iniqua o quantomeno a ridurre la restrizione soltanto alle aree oggetto d’impugnazione permettendo l’uso e lo sfruttamento dell’area restante, i fratelli Dario, Francesco e Giuseppe Costanzo auspicano che non venga pregiudicata una programmazione implementata nei mesi precedenti con grossi sacrifici economici e personali per mantenere alto il prestigio e la rispettabilità di un ritrovo, come il “Genesi”, che una vicenda paradossale di ordinaria e farraginosa burocrazia non può facilmente cancellare con un semplice colpo di spugna.
Rodrigo Foti