Un’edizione da ricordare quella 2015 del festival del film per ragazzi di Giardini Naxos, cittadina balneare in provincia di Messina. Con la proiezione del film Lo Hobbit, la battaglia delle cinque armate di Peter Jackson, è calato il sipario sulla ventesima edizione del festival.
La manifestazione, la cui direzione artistica è affidata a Ignazio Vasta, è organizzata dall’Associazione “Centro di Solidarietà P.O.R.T.O. – Onlus”, presieduta da mons. Salvatore Cingari, in collaborazione con il Centro Studi Cinematografici, il Comune di Giardini Naxos, il Coordinamento dei Festival del Cinema in Sicilia, il Circolo Don Bosco, il Consultorio La Famiglia e con il contributo della Presidenza della Regione Sicilia.
L’edizione 2015 sarà sicuramente da ricordare, per l’interessante cartellone predisposto dagli organizzatori, che conferma così il consolidato ruolo del Festival del Film per Ragazzi quale importante momento propositivo che mira a educare le giovani generazioni ad una fruizione consapevole del cinema e degli strumenti audiovisivi, non solo quale rilevante aspetto pedagogico, ma anche come elemento primario per i processi formativi.
Si sono aggiudicati il Premio Naxos – Cavalluccio Marino il regista Alessandro Di Robilant, che ha presentato il film “Mauro c’ha da fare” e la regista Alessia Scarso con l’applaudito film “Italo”, che ha anche conquistato il riconoscimento da parte del pubblico come miglior film della rassegna. Il lungometraggio narra la storia di Italo, un randagio dall’aria buona, che arriva in una mattina tiepida d’autunno nel paesino siciliano di Scicli. Al suo arrivo la città è in subbuglio perché nessuno vuole saperne di cani randagi in giro. Nessuno tranne il bambino di nome Meno, con il quale nascerà una splendida amicizia.
Sono stati anche premiati i piccoli protagonisti di “Italo”, Vincenzo Lauretta, Martina Antoci e Matteo Korreshi, che hanno ricevuto da mons. Salvatore Cingari e dal direttore artistico Ignazio Vasta il Premio Naxos Cavalluccio Marino.
Nella foto da sinistra: Matteo Korreshi, Martina Antoci, Vincenzo Lauretta, mons. Salvatore Cingari, Alessia Scarso e Ignazio Vasta