All’alba di oggi 39 persone sono state arrestate a Palermo dai carabinieri che hanno così disarticolato il mandamento mafioso di Pagliarelli, storica roccaforte di Cosanostra. In manette i capi delle famiglie di Pagliarelli, Corso Calatafimi e Villaggio Santa Rosalia. I triumviri quarantenni Giuseppe Massimiliano Perrone, Alessandro Alessi e Vincenzo Giudice.
Le manette sono scattate ai polsi anche del nipote del capo mandamento di Pagliarelli, Nino Rotolo, ritenuto elemento di spicco della famiglia mafiosa di Uditore. Il potere era nelle mani dei tre giovani uomini d’onore come spiegano gli investigatori. Le nuove indagini hanno evidenziato la tendenza al contenimento del fenomeno del pizzo, probabilmente a causa della crisi economica e al diffondersi di episodi di reazione da parte delle vittime.
Molti interessi di cosa nostra invece per i grossi appalti, come dimostra il tentativo di estorsione ai danni dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto di ristrutturazione del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo. Direttamente Perrone aveva cercato di imporre forniture di materiali e manodopera oltre che la dazione di 500 mila euro, l’1% dell’importo complessivo dei lavori (50 milioni di euro).
Nelle mani del mandamento mafioso anche il traffico di sostanze stupefacenti che provenivano da Campania e Piemonte in grandi quantità. Le manette sono scattate ai polsi di: Pietro Abbate, Alessandro Alessi, Alessandro Anello, Michele Armanno, Giovanbattista Barone, Giuseppe Bruno, Vincenzo Bucchieri, Andrea Calandra, Antonino Calvaruso, Giosuè Castrofilippo, Paolo Castrofilippo, Giuseppe Castronovo, Giovanni Catalano, Concetta Celano, Salvatore Ciancio, Giovanni Correnti, Cosimo Di Fazio, Matteo Di Liberto, Giuseppe Di Paola, Rosario Di Stefano, Francesco Ficarotta, Daniele Giaconia, Giuseppe Giaconia, Stefano Giaconia, Giovanni Giardina, Vincenzo Giudice, Carlo Grasso, Carmelo Migliaccio, Angelo Milazzo, Domenico Nicolicchia, Tommaso Nicolicchia, Luigi Parolisi, Giuseppe Perrone, Aleandro Romano, Salvatore Sansone, Antonino Spinelli, Gaetano Vivirito, Mauro Zampardi, metà agli arresti e metà ai domiciliari.
Sei di loro dovranno rispondere di mafia ed estorsione, per tutti gli altri la contestazione è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Maria Chiara Ferraù