I carabinieri della stazione messinese di San Pier Niceto hanno sgominato una banda di ladri di escavatori e mezzi pesanti. Le manette sono scattate ai polsi di tre persone, mentre altre due sono state denunciate per furto aggravato in concorso.
Una pattuglia del nucleo radiomobile, insospettita dall’insolita presenza di diverse persone, all’interno di un parcheggio deposito ai lati della strada Asi nel comune di San Pier Niceto, frazione Marina, ha deciso di eseguire un controllo più accurato.
Una volta entrati nell’aria un “palo”, successivamente identificato in un 46enne di Catania, si è dato alla fuga nelle campagne circostanti avvertendo del controllo gli altri complici che, però, sono stati colti in flagranza di reato. Si tratta di Consolato Rogazione, 31 anni¸Antonino La Piana, 39 anni e Gianluca Salluzzo, 37 anni.
I tre, con la complicità del palo datosi alla fuga, avevano forzato il cancello d’ingresso rompendo una grossa catena e una volta nel parcheggio sono entrati con grossi tre autoarticolati su cui avevano caricato tre macchine operatrici e diverso materiale ferroso fra cui tubature, tralicci e matasse per un valore complessivo di circa 120 mila euro.
I tre hanno dichiarato ai carabinieri di trovarsi lì su commissione per prelevare quei mezzi che erano stati regolarmente acquistati. Pensavano così di farla franca, ma i militari si sono insospettiti per alcune risposte poco chiare e contraddittorie e così hanno provveduto a contattare la proprietaria dei mezzi che, in passato, aveva subito furti analoghi e non era a conoscenza di alcuna vendita.
I carabinieri hanno arrestato i tre catanesi in flagranza di reato per furto aggravato in concorso e hanno denunciato il palo per lo stesso reato che, anche se irreperibile, è stato identificato. Denunciato anche il proprietario degli autoarticolati, un catanese di 46 anni di Misterbianco anche lui. Quest’ultimo è ritenuto il mandante dell’operazione. La refurtiva recuperata è stata restituita ai legittimi proprietari. Per i tre sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Maria Chiara Ferraù