Lo scorso otto marzo Massimo Pappalardo era stato ritrovato morto nella sua auto, carbonizzato nelle campagne di Paternò, centro in provincia di Catania. Oggi i carabinieri del comando provinciale hanno fermato due dei killer.
Pappalardo, 32 anni, l’otto marzo era uscito con la sua compagna e dopo averla accompagnata a casa, l’aveva chiamata alle 2.30 senza alcuna spiegazione. Le diceva che dovevano lasciarsi perché voleva ritornare con la sua ex fidanzata. La donna ha compreso immediatamente che Pappalardo era stato costretto a fare quella telefonata sotto minaccia di Ignazio Sciurello, precedente amante della donna che non aveva mai accettato la fine della storia e che ogni giorno la perseguitava, tanto da costringerla a sporgere delle denunce per stalking.
le dichiarazioni della donna, riscontrate dai tabulati telefonici, hanno confermato le morbose attenzioni di Sciurello nei suoi confronti. Nel corso delle indagini sono stati acquisiti i dati del sistema satellitare installato sulla Toyota Aygo in uso alla vittima, nonché le immagini di videosorveglianza attraverso cui si riusciva a ricostruire esattamente il tragitto effettuato la notte dell’omicidio. L’auto di Pappalardo era stata seguita dall’ingresso a Paternò e poi agganciata da una Fiat Punto bianca, che aveva le caratteristiche identiche a quella in uso da Massimo Distefano, soggetto vicino a Sciurello.
Le indagini hanno consentito di accertare che Distefano, la sera dell’otto marzo, mentre si trovava a bordo della propria auto, aveva fermato Pappalardo dicendogli che doveva lasciare perdere la donna di Sciurello.
È stato a questo punto che Distefano ha accompagnato Pappalardo e lo ha portato a casa di Sciurello dove ha avuto luogo una discussione. I tre sono usciti insieme dalla casa e sono saliti sulla Toyota Aygo dirigendosi nelle campagne di Paternò. Fermatisi in una piazzola di sosta, i tre hanno avuto un’animata discussione. Sciurello ha sparato quattro colpi di pistola contro Pappalardo uccidendolo. Poi insieme a Distefano ha caricato il cadavere nell’auto, spingendola in un dirupo. I due hanno recuperato gli effetti personali che avevano lasciato nell’auto e sul luogo del delitto, per recuperarli, è giunto Giuseppe Sciurello. A questo punto è stata bruciata l’auto con il cadavere all’interno.
Questa mattina i carabinieri hanno notificato il provvedimento di fermo a Massimo Distefano e Giuseppe Sciurello. Ignazio Sciurello, invece, già agli arresti domiciliari per un altro reato, si è reso irreperibile ed è ancora ricercato.
Maria Chiara Ferraù