A quattro mesi dalla prima sospensione in applicazione della legge Severino, il sindaco di Tortorici, Carmelo Rizzo Nervo, è stato nuovamente sospeso dalla Prefettura di Messina. Il provvedimento è stato notificato nella tarda serata di martedì al presidente del Consiglio, Nunzio Reale e al vice sindaco Rosario Contiguglia che avrà ancora una volta la carica di sindaco.
Il provvedimento è stato emesso in applicazione del decreto legislativo 235 del 31 dicembre 2012 per effetto di una condanna in Appello ad un anno di reclusione, pena sospesa, emessa lo scorso gennaio a Messina, per il reato di omissione in atti d’ufficio. I fatti si riferiscono al 2011 quando il primo cittadino oricense era stato denunciato per omissione dai vigili urbani che non avevano ricevuto il pagamento dell’indennità di rischio per quell’anno. Una storia andata avanti prima al tribunale di Patti e poi arrivata a Messina, dove il sindaco era stato assistito dall’avvocato Alessandro Pruiti.
Ieri è arrivato l’ennesimo provvedimento di sospensione. Il primo era stato emesso dalla Prefettura di Messina a novembre del 2014 per un’altra condanna a otto mesi di reclusione in primo grado. “Mi trovo fuori in questo momento – ha dichiarato il sindaco raggiunto telefonicamente – e non ho ancora parlato con il mio avvocato. Io come la prima volta sono sereno e fiducioso. Non ho fatto alcun abuso e non ho violato regolamenti, ma non capisco questo accanimento giudiziario nei miei confronti”.
Sicuramente Rizzo Nervo farà ricorso al Tar come per la prima sospensione che era durata soltanto 20 giorni, su decisione dei giudici amministrativi di Catania. Nessun altro commento dal vice sindaco o da altri componenti dell’amministrazione che ieri mattina si sarebbero incontrati su disposizione di Contiguglia per essere resi partecipi della vicenda. A novembre il primo cittadino oricense era stato sospeso a seguito di una condanna, andata in prescrizione, per una vicenda di abuso d’ufficio legata allo smantellamento di una struttura, realizzata da un privato in una delle numerose borgate del centro nebroideo, ordinato da Rizzo Nervo agli operai comunali. A novembre il provvedimento venne impugnato e i giudici del Tar diedero ragione al sindaco di Tortorici.
Appare chiaro che anche questa volta la sospensione verrà impugnata al Tar. Non si sa ancora come andrà a finire, certo è che comunque la legge Severino è una norma forse troppo rigida, nata sull’onda dell’emergenza scaturita da inchieste nazionali su corruzione e reati gravi e che, invece, come nel caso di Tortorici, finisce per colpire anche per casi di minore gravità.
Maria Chiara Ferraù