Agrigento: la prima questura italiana digitalizzata al 100%

 La questura di Agrigento è la prima questura italiana completamente digitalizzata grazie al progetto Telemachus. All’interno della locale divisione anticrimine è stato creato un settore denominato “Area digitalizzata Telemachus” il cui personale specializzato gestisce le procedure attraverso il sistema MPG Web.

Documenti, fascicoli e atti della Questura e dei commissariati sono convogliati in un archivio virtuale dedicato creato presso il centro elettronico nazionale della Polizia di Stato di Napoli che ha il compito di raccogliere e custodire tutti i documenti della questura di Agrigento che vengono via via inseriti, sia che si tratti di nuovi atti, che di documenti cartacei già esistenti che vengono scannerizzati e trasformati in Pdf.

L’obiettivo del progetto è di risolvere quasi completamente alcune criticità tipiche degli uffici pubblici e che riguardavano anche la questura di Agrigento, come il considerevole flusso di corrispondenza in entrata ed uscita, l’accumulo di corrispondenza, la mancanza di spazi disponibili per archiviare i documenti.

Progressivamente la posta è diventata tutta virtuale, permettendo agli uffici di poter lavorare on line, evitando il ricorso alla stampa e all’uso della carta, risparmiando soldi e inquinando meno l’ambiente e migliorando l’efficienza interna degli uffici.

Dall’avvio del progetto si è registrato un significativo abbattimento delle spese postali e di invio fax con un risparmio di carta pari al 50%. Nei mesi scorsi è stato avviato anche un percorso di sensibilizzazione nei confronti di quelle istituzioni, enti o associazioni, che scrivendo alla Questura di Agrigento, non adottavano ancora l’uso della Posta elettronica certificata o della messaggistica interna certificata.

Una vera e propria rivoluzione informatica realizzata in pochi mesi che consente di snellire la burocrazia, unificare e razionalizzare la protocollazione d’ingresso della posta, di facilitare la consultazione e l’inserimento dei dati di evitare una notevole mole di lavoro all’archivio generale della Questura che era costretto a ricercare e conservare tutti gli atti nei fascicoli cartacei.

Maria Chiara Ferraù

 

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