Salgono a 330 i morti nel canale di Sicilia. Un altro gommone con oltre cento profughi sarebbe affondato. L’imbarcazione, secondo il racconto dei pochi sopravvissuti agli operatori di Save the children, era partita sabato dalla spiaggia di Tripoli con altri tre gommoni con a bordo almeno cento persone a mezzo. Tra loro anche i 29 profughi morti per assideramento dopo il soccorso della guardia costiera a cento miglia da Lampedusa.
“Non volevamo partire, c’era brutto tempo – raccontano agli operatori di Save the Children i nove malesi, tutti tra i venti e i trenta anni, soccorsi a bordo di un mercantile e portati all’alba di oggi a Lampedusa – ma i trafficanti umani ci hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevano altra scelta. Uno dei gommoni, durante la traversata è affondato e sono morti tutti. Tra loro c’erano anche tre bambini. Un altro gommone si è sgonfiato e l’altro imbarcava acqua. È stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere”.
Uno dei gommoni in avaria è stato soccorso dalla Guardia costiera arrivata da Lampedusa, nonostante le onde altre nove metri e il mare forza sette-otto. Sono 76 i superstiti e 29 i profughi morti per assideramento. Su un altro gommone sono riusciti a salvarsi solo due degli oltre cento immigrati a bordo e sul quarto gommone si sono salvati in sette su più di cento profughi.
“Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli – dicono – e ci dicevano di aspettare prima di partire. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli”. Gli immigrati hanno pagato tutti 800 dollari a testa.
Intanto soffia il vento della polemica sulla lentezza dei soccorsi.