Oggi l’insediamento di Mattarella

Oggi è un giorno storico per l’Italia e per la Sicilia con l’insediamento del neo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un insediamento che segna probabilmente la svolta, soprattutto per il tono delle parole pronunciate dal palermitano Mattarella, fratello minore di Piersanti, governatore della Sicilia assassinato negli anni Ottanta.

Dopo il giuramento Mattarella ha avuto una calorosissima accoglienza, senza precedenti, con 42 applausi in 31 minuti di discorso e una standing ovation conclusiva. Nei volti dei parlamentari commozione ed entusiasmo

“Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione, l’arbitro imparziale, è stato così e sarà così”, ha affermato Mattarella. Poi, dopo un lungo applauso, sorridendo, ha aggiunto: “I giocatori devono aiutare l’arbitro a svolgere il suo c0mpito”. E’ stato forse il passaggio centrale del discorso, salutato dall’unanime consenso dell’aula.

Il ricordo di Falcone e Borsellino, dei fucilieri di marina che attendono giustizia in India, dei tre italiani sequestrati dai terroristi nei teatri di guerra, del piccolo ebreo di appena due anni, ucciso in un attentato nella sinagoga di Roma alcuni anni or sono, hanno dato quella carica di umanità che il discorso aveva, pur senza concedere nulla alla retorica.

Nelle parole di Sergio Mattarella c’erano il giuristail cattolico, l’uomo delle istituzione, il cittadino, il padre di famiglia, il democratico, il siciliano con la schiena dritta. La solidarietà e il dovere dell’accoglienza, il bisogno di speranza e di unità, l’adesione alla Costituzione, con i valori che promuove e pretende, la lealtà verso lo Stato, la sicurezza dei cittadini, il diritto alla salute ed all’istruzione, alla libertà individuale e collettiva, alla partecipazione e trasparenza, il sostegno ai giovani e delle loro ambizioni ed aspettative.

Europeista convinto, fautore delle riforme costituzionali e del sistema elettorale, Sergio Mattarella ha richiamato l’Ue alle sue responsabilità nell’accoglienza di uomini e donne che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle atrocità. Il terrorismo, ha ricordato Mattarella, non è una guerra di religione, ma una guerra globale alla libertà ed alla democrazia, cui bisogna dare una risposta globale.

Traspare la sensazione, al di là del merito dei contenuti e delle parole, che in quei trentuno minuti l’Italia che si è manifestata in Parlamento abbia mostrato una grande voglia di ritrovare se stessa e si sia riconosciuta, totalmente, nelle parole del Presidente della Repubblica.

Quella di oggi, per Giuseppe Lumia, senatore del Partito democratico, è stata una “lezione alta di cultura politica ed istituzionale. Nel suo discorso di insediamento Mattarella ha presentato l’anima della sua azione di presidente, fornendo una lettura sociale della Costituzione come punto di riferimento dell’azione di tutte le istituzioni. Così si è messo in sintonia con il Paese reale: i giovani, gli ammalati, i disoccupati, gli imprenditori. E con fermezza ha riproposto la lotta alla mafia e alla corruzione. Non un semplice richiamo, ma una priorità e un impegno a cui dedicare leggi e azioni concrete”.

“Da siciliano – aggiunge Lumia, capogruppo del Pd in commissione giustizia – è stata una grande emozione vedere un presidente della Repubblica siciliano capace di rappresentare l’importanza dell’unità nazionale e di proiettare il prestigio dell’Italia in Europa e nel mondo, attraverso i grandi valori della nostra Carta costituzionale e della nostra cultura democratica”.

Maria Chiara Ferraù

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