Il dodicesimo presidente della Repubblica italiana è il siciliano Sergio Mattarella. Mattarella, fratello minore di Piersanti, assassinato dalla mafia nel 1980 quando era alla guida della Regione siciliana, è stato eletto al quarto scrutinio con 665 voti.
La sua elezione sarà ricordata per le novità. La prima, la più eclatante, riguarda il ruolo svolto da Matteo Renzi, presidente del Consiglio del Pd. È stato proprio Renzi, in qualità di segretario del partito democratico, a designare il presidente della Repubblica, anche se di solito avviene il contrario: secondo la carta costituzionale è il presidente della Repubblica a nominare il presidente del consiglio e a dargli il mandato per costituire il nuovo governo.
Ma si sa, ormai le cose in Italia funzionano un poco al rovescio. Questi anni passeranno alla storia come i più strani e travagliati. Stiamo vivendo la compresenza di due Papi: Benedetto XVI che si è “dimesso” e di Papa Francesco che ha preso il suo posto. Abbiamo avuto per due volte consecutive lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’ultimo mandato però Napolitano non lo ha concluso e ha rassegnato le proprie dimissioni (anche questo un avvenimento mai accaduto). Al suo posto arriva il primo presidente della Repubblica proveniente dalla Sicilia.
Non solo, tutti i presidenti della Repubblica che abbiamo avuto in Italia avevano ricoperto una delle più importanti cariche dello Stato: presidente del Consiglio, presidente della Camera o del Senato. Sergio Mattarella, invece, è stato due volte ministro. Alla Difesa dal 1999 al 2001 e alla Pubblica istruzione dal 1989 al 1990. Sua la legge definita “Mattarellum” che, recependo l’esito referendario del 1993, introduceva una preponderante componente maggioritaria e che venne utilizzata per le elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001.
Altra novità: il candidato al Colle è stato scelto fra i giudici della Consulta. Una cosa mai avvenuta prima. Al massimo era successo il contrario con De Nicola che, dopo essere stato presidente della Repubblica, divenne giudice costituzionale.
“Il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze degli italiani”. Queste le prime parole di Sergio Mattarella da Presidente della Repubblica italiana. Nei prossimi giorni, probabilmente martedì, Mattarella dovrà recarsi alla Camera per il giuramento e il discorso di insediamento di fronte al parlamento riunito in seduta comune, secondo una prassi che dura, questa immutata, dal 1948.
Soddisfazione espressa per l’elezione di Mattarella anche dall’eurodeputato Giovanni La Via, presidente della commissione, Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare. “é la persona giusta, non solo per le sue indubbie qualità morali, ma anche per la profonda conoscenza della macchina politica e amministrativa italiana”. Secondo La Via, inoltre, Mattarella “è un uomo che negli anni ha sempre mostrato rispetto per le istituzioni, saggezza e integrità nelle scelte, ma soprattutto un uomo di esperienza. Queste le qualità necessarie per un Presidente eletto in un momento così difficile per la nostra nazione. Non nascondo, inoltre – conclude La Via – la soddisfazione per il primo presidente siciliano. Con Mattarella si potranno porre le basi per trovare una soluzione alla complessa fase politica attuale, coniugando rigore morale e profondo rispetto delle istituzioni“.
“Con l’elezione di Sergio Mattarella abbiamo scritto una bella pagina di storia per l’Italia, ma anche per quella parte della Sicilia impegnata nella lotta alla mafia, nella promozione della legalità e dello sviluppo”. Così commenta l’elezione del XII presidente della Repubblica italiana, il senatore del Pd, Giuseppe Lumia, capogruppo in commissione giustizia. “Mattarella – aggiunge – è un valido servitore dello Stato, garante della Costituzione. Un uomo capace di accompagnare il percorso di cambiamento di cui ha bisogno il nostro Paese e la necessità del nostro sistema politico di passare finalmente dalla Seconda alla Terza Repubblica”.
Maria Chiara Ferraù