Tutti assolti con formula piena. Si è conclusa così al tribunale di Patti, la vicenda giudiziaria legata all’affidamento del sistema di gestione degli impianti di illuminazione pubblica a Tortorici, centro nebroideo in provincia di Messina, alla Efi technology di Roma.
Il processo aveva preso avvio dopo alcune denunce presentate nel 2006 da Carmelo Rizzo Nervo, attuale sindaco del centro nebroideo. Oggi i giudici del tribunale di Patti, Maria Pina Lazzara, Vincenzo Mandanici ed Eleonora Vona ha assolto l’allora sindaco Maurilio Foti, il vicesindaco dell’epoca, Sebastiano Caprino e gli ex assessori Salvatore Calanni Fraccono, Sebastiano Calà Scarcione e Sebastiano Armeli, il tecnico comunale Giovanni Agliolo, la responsabile dell’area finanziaria del comune, Lina Coci e l’energy manager Vincenzo Spoto, ex assessore provinciale che è morto qualche tempo fa e non ha potuto avere la buona notizia. A difendere gli imputati sono stati i legali Carmelo Occhiuto, Alvaro Riolo, Natalina Strangio, Santino Trovato e Giacomo Portale.
All’epoca dei fatti l’amministrazione Foti aveva affidato l’impianto di illuminazione pubblica alla srl romana “Efi technology”. Non erano mancate le polemiche anche all’interno della stessa maggioranza e che portarono alle dimissioni dell’allora assessore Carmelo Ciancio. La vicenda però affonda radici nel 1994 quando l’amministrazione oricense di quel tempo aveva affidato all’Acea la messa in sicurezza di circa 2.600 corpi illuminanti, di cui 800 ancora da installare. Si trattava del sistema “Illumination” realizzato dalla Magnetek spa per gli impianti di illuminazione pubblica con lampade a scarica di gas, munito di brevetto europeo e italiano con l’installazione del sistema di controllo, la fornitura, la manutenzione e la posa di 812 plafoniere stradali e 8 quadri elettrici. L’accordo prevedeva la corresponsione di un canone mensile di 10.446 euro. La delibera non era stata ritenuta conveniente dall’amministrazione guidata da Maurilio Foti che, dopo aver predisposto un nuovo progetto, aveva affidato alla Efi technology l’impianto di illuminazione pubblica, senza una gara d’appalto. Nella società a responsabilità limitata romana lavorava il figlio di uno degli imputati e anche questo era stato oggetto di contestazione. Secondo i legali difensori la gara d’appalto non era necessaria in quanto il sistema che regola il telecontrollo dei corpi illuminanti è un brevetto di cui la Efi technology è esclusivista per tutta l’Italia. Una tesi convincente che ha portato all’assoluzione di tutti gli imputati.
Maria Chiara Ferraù