Oggi i carabinieri commemorano la loro patrona Virgo fidelis. A Messina lo hanno fatto con una Messa celebrata nella chiesa Madonna delle lacrime nel villaggio Sant’Annibale Maria di Francia di Bordonaro. Un quartiere fortemente disagiato ed emarginato. A celebrare la messa, oltre al parroco, padre Orazio Anastasi, c’erano anche Vincenzo Majuri, parroco della chiesa Santa Domenica di Tremestieri e padre Nicola Calabrese.
Tra le autorità presenti, il prefetto Stefano Trotta; l’assessore Filippo Cucinotta in rappresentanza del sindaco Accorinti; il presidente della corte d’Appello, Mario Zumbo; Giuovanni Cupaiolo, prorettore dell’università degli studi di Messina e i vari comandanti e dirigenti delle forze di Polizia e forze armate della provincia di Messina.
Alla celebrazione hanno partecipato anche gli alunni dell’istituto comprensivo Albino Luciani di Fondo Fucile che, al termine della Messa, hanno intonato l’inno alla Virgo Fidelis che dal 1949, a seguito di breve apostolico di Papa Pio XII, è la patrona dei carabinieri.
Presenti alla cerimonia anche le vedove e gli orfani di militari dell’Arma, nonché i rappresentanti delle associazioni d’arma e combattentistiche della città. Nel corso della celebrazione, il comandante interregionale carabinieri Culqualber, generale Umberto Pinotti, ha sottolineato l’emozione di tutti per il fatto di trovarsi in quel luogo e di come la scelta della parrocchia della Madonna delle Lacrime abbia voluto significare la volontà dell’Arma di immergersi nel tessuto sociale cittadino. Apprezzata la presenza degli studenti, evidenziando l’esigenza di investire sui giovani, dando loro il giusto esempio.
Nel suo intervento il Generale Pinotti ha ricordato anche come l’Arma celebri il 21 novembre la “giornata dell’orfano” (sono oltre 1000 le persone, il cui genitore Carabiniere è scomparso prematuramente, assistite dall’Istituzione) ed il 73° anniversario della “Battaglia di Culqualber”, un epico fatto d’armi della seconda guerra mondiale, nel corso del quale un Battaglione Carabinieri si immolò quasi al completo, meritando, per la bandiera dell’Istituzione, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare.