“Paradossale e grottesca appare la nota apparsa sui media con la quale TirrenoAmbiente spa, dopo avere determinato un disastro ambientale ed essere inadempiente ai dettami dell’Autorità regionale, accusa il Sindaco di Furnari di avere difeso il suo territorio e la salute della sua gente”: è questa la denuncia del primo cittadino Avv. Mario Foti. “Paradossale e degna di una farsa napoletana appare la pretesa di questi pseudo imprenditori piemontesi, venuti in Sicilia e, dopo avere lucrato profitti, pretenderebbero di accusare il Sindaco di Furnari, probabilmente suggeriti anche da piccoli mestatori locali, che si sono venduti il loro territorio, di avere offeso la società da loro gestita, quando proprio costoro, con i loro interessi loschi (dimostrabili in ogni sede giudiziaria) hanno offeso per anni la Comunità furnarese ed altre comunità del comprensorio. Il sindaco di Furnari, che esprime il decennale disagio della sua popolazione finalmente rappresentata e difesa in questi interessi e che ha ereditato questo pesante fardello con enorme fastidio è stato costretto anche prima della sua elezione ad occuparsi con fastidio della loro monnezza; per contro ha dimostrato con FurnariArte, con la riqualificazione del centro storico, dei parchi e del verde pubblico e con le tante opere fatte durante la sua Amministrazione di sapersi e volersi occupare solo di cultura, di arte, del rilancio dell’economia e della bellezza in genere. Ridicolo e goffo appare quindi il tentativo di TirrenoAmbiente spa di accusare il Sindaco di Furnari di speculazione politica, di esaltare la propria figura personale e politica, di sistematica attività di disinformazione finalizzata ad un unico obiettivo che è quello non di salvaguardare interessi generali e legittimi, di fare della discarica un’ancora di salvataggio di un percorso politico amministrativo, imputandogli un inesistente dovere come soggetto politico e prima di attaccare, di essere propositivo. Dimenticano costoro che le dichiarazioni del Sindaco di Furnari non costituiscono disinformazione, ma solo corretta informazione riscontrabile dagli atti ufficiali della Commissione Ispettiva nominata dalla Regione Siciliana, dal provvedimento decisorio del Dirigente del Dipartimento Acque e Rifiuti, dalle relazioni del Nucleo Operativo Ecologico del Carabinieri, dai consulenti della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., dal provvedimento di sequestro preventivo del GIP, atti tutti che hanno definitivamente acclarato come la società TirrenoAmbiente S.p.A., ha accumulato nella discarica, abusivamente e senza autorizzazione più di 30 metri in altezza di rifiuti, ha smantellato abusivamente un tratto di montagna abbancando terre da scavo, opere tutte che hanno causando profonde crepature e cedimenti, che creano una situazione di assoluta emergenza igienico–sanitaria e pericolo per la stabilità di tutto il sito, la fuoriuscita continua e costante di un flusso di percolato non regimentato che cola lungo le pareti della gigantesca montagna alta circa 148 s.l.m., il tutto, con evidente danno ambientale alle falde del torrente, ai pozzi idrici del Comune di Furnari ed alle matrici dell’aria, dell’acqua, del suolo e del sottosuolo. Per contro rileva che sono proprio costoro ad avere interessi illegittimi ed illegali e rivendica che è ed è stato un suo preciso dovere, nella sua qualità di sindaco di Furnari, dopo essere stato inutilmente avvicinato per essere ammorbidito, di contrastarli per la salute della sua gente. Tra questi interessi illegittimi un doveroso accenno merita la vicenda dell’utilizzo del biogas, illecitamente affidata, senza alcuna gara, dall’ex AD di TirrenoAmbiente; Pino Innocenti alla OSMON srl di cui era proprietario, unitamente ai figli, al 60% ed amministratore unico Giuseppe Antonioli, successivamente nominato nuovo AD ed arrestato per presunta corruzione di un funzionario regionale. Una società che presenta singolari anomalie e che aveva, stranamente procuratore speciale il Sen. Lorenzo Piccioni, attuale Amministratore Delegato di Tirrenoambiente SPA, che dopo essere stato discusso membro della Commissione “Pecorella” sul ciclo dei Rifiuti, sino a qualche giorno fa era anche consulente della stessa ditta. Ciò mette in chiara luce, al di là della incompatibilità degli incarichi nella società a prevalente capitale pubblico, l’evidente interesse economico che questi pseudo imprenditori hanno nell’affare dei rifiuti, con l’accaparramento di enormi risorse finanziarie a danno del territorio e del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea al quale, a tutt’oggi, fra l’altro, non sono state versate le relative royalties del 3%. Interessi poco chiari che hanno dunque creato un disastro ambientale, depauperato un territorio e che trasformeranno, per colpa di amministratori locali miopi o peggio, il Comune di Mazzarrà in una comunità senza futuro. Quando ancora la quasi totalità dei mazzarresi è ed è stata quella popolazione laboriosa ed onesta, conosciuta come la Città dei Vivai, che ha esportato il vivaismo in tutto il mondo e non l’oro della “Monnezza”, divenuto esclusivo appannaggio di pseudo imprenditori, giunti dal Piemonte e diventati, con tante complicità e compiacenze, potenti e ricchi signori dei rifiuti. Il Sindaco di Furnari resta quindi legittimamente a difendere sempre il suo territorio ed invita anche le comunità locali ad associarsi in questa giusta causa, senza tentennamenti e riserve. Ritiene di non dover entrare in ulteriore polemica a mezzo stampa con chi amministra la società TirrenoAmbiente spa, rimandando alle decisioni della Magistratura e delle Istituzioni l’accertamento delle responsabilità e per mettere in sicurezza il territorio, restando sempre a disposizione per un pubblico confronto con amministratori vecchi e nuovi di tale società. A tal proposito si dice pronto a svolgere un pubblico confronto anche televisivo nel quale si produrrà informazione documentata anche su altre vicende legate a questa società, a questi amministratori, imprenditori e sui loro “investimenti” milionari. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire, provvederà da solo a rendere pubbliche interviste, anche a mezzo tv locali e media in generale, senza contraddittorio e ad indicare nomi, fatti e circostanze dalle quali emergono, responsabilità, omissioni reticenze, incompatibilità ed affari di questa squallida vicenda che ha ammorbato il nostro territorio”.
Foti Rodrigo