Sul palcoscenico teatrale, purtroppo non sempre nella vita “reale”, a prevalere sono quasi sempre i buoni sentimenti, quelli considerati universali e senza tempo, che hanno la meglio su interessi economici e lotte di classe di vario genere.
Ciò avviene anche nella commedia “Fiat voluntas dei”, l’opera più nota di Giuseppe Macrì, un “classico” del teatro dialettale siciliano, tre atti ambientati nei primi anni del Novecento andati in scena al teatro Don Bosco di Catania in occasione del debutto del nuovo cartellone della compagnia Teatro a Tre Alterazione, curato dalla direzione artistica di Melina Distefano. Con la regia di Giovanni Puglisi, la pièce ha divertito il numeroso pubblico intervenuto, grazie ai serrati e brillanti scambi di battute tra i protagonisti della messinscena.
La trama ruota attorno alle vicissitudini di Padre Attanasio, interpretato dallo stesso Puglisi, che si trova, suo malgrado, costretto a rivestire il non semplice ruolo di “mediatore” nell’ambito del complicato rapporto d’amore tra due giovani, Paolino (Carmelo Seminara) ed Anna (Giusy Bruno), osteggiato dalle rispettive famiglie composte da Don Gaetano (Natale Puglisi) e Barbara (Gisella Nicolosi) da una parte, da Don Girolamo (Orazio Torrisi) dall’altra parte. Illazioni, cattiverie, minacce rendono davvero impossibile il sogno d’amore dei due spasimanti, come se non bastasse alle difficoltà si aggiungono anche le velleità amorose nei confronti di Paolino coltivate da Mara (Alba La Rosa) con le inevitabili rimostranze del marito Don Vincenzino (Salvatore Sottile). Ma per fortuna il lieto fine è dietro l’angolo e giunge come un meritato premio per i due promessi sposi. Sul palcoscenico anche Toti Finocchiaro nella doppia veste di sacrestano e guardia.