Una finanziaria correttiva, piccola, è stata approvata ieri sera dall’Ars, assemblea regionale siciliana. La manovra permetterà alla Regione di pagare gli stipendi di oltre 30 mila lavoratori, ma solo fino a fine giugno. La norma cosiddetta “salva stipendi” è stata approvata con 14 voti favorevoli e 14 astenuti, tra cui i deputati del movimento cinque stelle.
Il documento licenziato dall’Ars consente lo sblocco dei fondi per i forestali ed altri dipendenti collegati alla Regione. Uno stanziamento di 97 milioni di euro per finanziare l’Irsap, i consorzi di bonifica, enti parco, Esa, istituto zootecnico e di incremento ippico, Arpa e teatri, di cui 2 milioni e mezzo al teatro di Messina. Parte di queste somme servirà anche a finanziare parte di quella che un tempo era la tabella H con un elenco ridotto, riveduto e corretto di enti che ne beneficeranno. Passa anche la norma che prevede lo stanziamento di 100 milioni, di cui 80 andranno ai comuni e gli altri 20 ai forestali.
Nella manovrina è stato stabilito un tetto di 160 mila euro per gli stipendi dei dipendenti pubblici, sia della Regione che dell’Ars. Dubbi sull’argomento sono stati espressi dal presidente Ardizzone, visto che i trattamenti economici dei dipendenti regionali, secondo lo statuto, non possono essere inferiori a quelli dei dirigenti statali ed il governo regionale – ha spiegato Ardizzone – ha fissato quel limite a 240 mila euro”. La norma è comunque passata.
Bocciata la proposta dei Cinquestelle che puntavano ad eliminare l’attribuzione del vitalizio concesso anche all’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro e quindi di eliminare il privilegio per i condannati per i reati di mafia. Anche in questo caso Ardizzone ha ricordato la competenza statale per la materia di carattere penale.