Il boss Matteo Messina Denaro starebbe preparando un attentato contro il pubblico ministero Teresa Principato. Lo rivela il quotidiano LaRepubblica, secondo cui dentro il palazzo di giustizia ci sarebbe una talpa del boss, forse si tratta di un commesso o di un cancelliere.
Qualcuno terrebbe d’occhio i movimenti di magistrati ed investigatori per informare Matteo Messina Denaro. Le rivelazioni di un probabile attentato ai danni della Principato sono state pubblicate dal quotidiano. Le rivelazioni arriverebbero da un confidente che già nei mesi scorsi aveva offerto indicazioni molto precise alla Direzione Investigativa Antimafia.
“Sono vicino al pm Teresa Principato e ai magistrati antimafia in prima linea nella lotta a Cosa nostra”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentaria antimafia, commentando la notizia del piano omicida voluto dal boss Matteo Messina Denaro nei confronti del pm palermitano.
“La mafia – aggiunge – è un’organizzazione ancora forte che, insieme alla parte collusiva esterna ad essa, non vuole che si faccia luce sulle stragi ’92/’93. Naturalmente è altrettanto terrorizzata dagli sviluppi dell’attività giudiziaria in corso. Ecco perchè non bisogna sottovalutare le reazioni che vanno dai tentativi di delegittimazione ai piani per colpire chi opera con rigore contro di essa ed il suo sistema di collusioni. La migliore risposta è, quindi, sostenere la magistratura e dar vita a provvedimenti come l’inasprimento delle pene per i reati di stampo mafioso, il rafforzamento del 41 bis, l’introduzione del reato di autoriciclaggio, il miglioramento della normativa sull’aggressione dei patrimoni e l’adozione di provvedimenti per perseguire il rapporto mafia-politica-economia”.
“A tal proposito – conclude – mi auguro che i provvedimenti preparati dal governo e quelli in discussione in Parlamento siano approvati nel più breve tempo possibile. Anzi, ritengo che sarebbe necessario dedicare una sessione specifica dei lavori parlamentari a tutte le norme antimafia depositate nelle Commissioni giustizia di Camera e Senato e quelle in discussione nella stessa Commissione antimafia”.