Si è conclusa con otto condanne ad ex dipendenti e studenti dell’università di Palermo, l’udienza scaturita dall’inchiesta sugli esami truccati all’ateneo del capoluogo.
Le indagini erano state avviate nel 2010 e sulla vicenda interviene anche il rettore dell’ateneo palermitano, Roberto Lagalla. “La condanna di oggi – dice – arriva al termine dell’inchiesta che l’università di Palermo ha innescato, segnalando alla procura le irregolarità riscontrate in alcune carriere degli studenti”.
“Quando mi sono insediato, ho disposto infatti che la verifica delle carriere universitarie fosse verificata anche manualmente, verbale per verbale d’esame, e non attraverso riscontri telematici – ricorda il rettore –. Lì sono emerse le incongruenze che abbiamo segnalato e che hanno determinato, da parte nostra, l’avvio di procedimenti disciplinari che hanno portato a licenziamenti e sospensioni, e la nostra costituzione di parte civile al processo. Con le procedure attuali, non ci sono spiragli per tentativi di frode”.